La Lega e l'Europa: “Siamo pragmatici, non pazzi”

Il governatore Fontana: “Salvini è il leader. Punto”. Il capogruppo Romeo: “E' uno degli ultimi baluardi della civiltà cristiana”

Annalisa Chirico

    Per il capogruppo dei senatori leghisti Massimiliano Romeo, “a Pontida ho sentito un'enorme voglia di riscossa. La gente è arrabbiata perché non ha avuto la possibilità di esprimersi con il voto. C'era tanta gente nuova che ha fatto la tessera per la prima volta, abbiamo registrato la fila in molti gazebo, il che significa che la mossa di rompere il governo è stata apprezzata dai cittadini. Adesso bisogna riorganizzare il partito sul territorio in modo capillare. Con gli incarichi romani lo abbiamo un po' trascurato, io stesso essendo commissario a Sondrio non sono stato abbastanza presente”.

    Salvini viene spesso criticato per l'esibizione dei rosari. Lei che è un cattolico praticante ne è disturbato? “L'ho sempre trovata una cosa incomprensibile, lo dico da credente. Il rosario non è mio né suo né delle gerarchie vaticane. Io dico che non dobbiamo avere vergogna dei simboli della nostra religione. Piuttosto mi sorprendo quando certi esponenti della chiesa ufficiale si indignano per una madonnina adorata in pubblico e restano in silenzio su temi come unioni civili ed eutanasia. Salvini è uno degli ultimi baluardi della civiltà cristiana”. Addirittura? “Le dodici stelle della bandiera europea sono ispirate alle dodici stelle dell'Apocalisse biblica in cui compare la Madonna con in capo una corona”. Nonostante i rosari, i rapporti con il Vaticano sono un tasto dolente. “La Chiesa è spaccata. Se ci pensa, abbiamo persino due papi, non sarà un caso…”. Qualcuno dice che avete una visione retrograda della donna. “Guardi, mia moglie lavora e noi siamo abituati a dividerci i compiti in base ai rispettivi impegni. Io so cucinare e faccio il bucato. Il cristianesimo non ha affatto una tradizione patriarcale. Una delle persone più venerate nella chiesa è la donna, e se oggi c'è una parificazione tra donna e uomo è grazie al messaggio cristiano. La donna dev'essere libera di lavorare senza rinunciare alla maternità, per questo servono apposite politiche di conciliazione”.

    Secondo il presidente della Lombardia Attilio Fontana, “quella di ieri è stata la Pontida più importante nella storia della Lega. Il paese non è con questo governo perché questo governo non rappresenta il sentimento del paese. La Lega deve dar voce all'Italia del fare, a chi vuole una svolta perché, se continuiamo a vivere di vecchie liturgie, saremo travolti dal mondo che progredisce a ritmi sempre più veloci”. Il dossier autonomie adesso è nelle mani del neoministro per gli Affari regionali Francesco Boccia: il debutto non fa ben sperare. “Attendo di vederlo alla prova. Se ho ben capito, Boccia sostiene che l'autonomia richiesta dal governatore emiliano Stefano Bonaccini sia buona mentre quella richiesta da me e dal governatore Luca Zaia sarebbe cattiva… La differenza sta in quattro o cinque competenze in più che Lombardia e Veneto domandano, peraltro su materie secondarie”.

    Lei che pensa dell'ipotesi di Italexit? Per l'economia lombarda sarebbe un guaio. “Salvini non ha mai detto che vorrebbe uscire dall'euro, non c'è una intervista in cui sostenga questa balzana idea. Si può giustamente criticare l'errore di valutazione che ci ha impoverito in una notte del 30 per cento, ma non si può mettere in questione la nostra permanenza nell'eurozona. Salvini vuole riformare il rapporto con un'Europa di cui ormai non possiamo più fare a meno”. E' vero che nella Lega c'è chi vorrebbe fare le scarpe al Capitano? Si vocifera di uno Zaia scalpitante. “Figurati, sono tutte balle tirate fuori da qualche nostro avversario per invelenire il clima. Salvini è il leader della Lega, punto. Zaia è già concentrato sulla campagna elettorale che vincerà alla grande”.

    Per il presidente della Lega in Campania Gianluca Cantalamessa, “siamo arrivati a Pontida in quattrocento dalla mia regione, e se penso che nel 2015 eravamo soltanto in quindici dico che dobbiamo andare avanti, con una determinazione persino maggiore. Bisogna consolidare il successo di Matteo a livello territoriale, dobbiamo aprire al mondo dell'associazionismo e delle categorie produttive”. Che pensa dell'Europa? “Va riformata ma noi non abbiamo mai messo in discussione l'appartenenza all'euro o all'Ue. Sarebbe da pazzi, e i leghisti sono pragmatici, non pazzi. L'Europa vogliamo cambiarla, non distruggerla. Il nostro capogruppo Molinari, nel suo discorso alla Camera dopo l'insediamento del governo, ha evocato a ragione il ‘tradimento di Conte' perché agli albori della nostra alleanza con i grillini il premier sapeva bene che avrebbe guidato un esecutivo a trazione sovranista. Di colpo è diventato europeista, o trasformista. La verità è che il voto alla von der Leyen è stato un tornante decisivo: senza i voti grillini, l'attuale presidente della Commissione non sarebbe stata eletta. La sfida che noi vogliamo abbracciare è quella di stare in Europa per contare. L'europeismo, di cui questa sinistra si riempie la bocca per accumulare poltrone, è un valore importante per ogni cittadino europeo, leghisti inclusi”.

    Annalisa Chirico