PROVE DI SALVINI 2.0
Quanto è costato quel tweet?”. Matteo Salvini si concede una pausa caffè tra una lezione e un selfie con i giovani partecipanti alla Scuola di Fino a prova contraria a Napoli. Il tweet a cui si riferisce l'ex ministro dell'Interno è il celebre “Giuseppi”, endorsement trumpiano al premier Giuseppe Conte il quale, gli facciamo notare, ha dichiarato di non essere servo di nessuno. Anzi, si è paragonato a Bettino Craxi. “Conte come Craxi? Penso che Craxi si rivolterebbe nella tomba. Con tutte le distanze e le battaglie fatte a suo tempo contro il Psi, io ero un ragazzino, ricordo che a Sigonella Craxi la schiena non la piegò. Conte ha fatto il contrario. Venne da me imbarazzato, scusandosi, quando uscì fuori il video in cui chiedeva consiglio ad Angela Merkel. Ma ti pare che il presidente di uno stato sovrano pietisca consigli su come arginare l'avanzata di uno che ti ha portato al governo? Tra Craxi e Conte esiste un abisso, sono come il giorno e la notte. La verità è che ormai il presidente del Consiglio ha perso la testa, è capace di dire qualunque cosa”.
Il Russiagate che ha inseguito lei per mesi, adesso porterà il premier a riferire dinanzi al Copasir circa gli incontri organizzati tra l'Attorney general statunitense e i vertici dei nostri servizi segreti. Siamo alla nemesi? “Il tempo è galantuomo, sempre e comunque. Io cerco di non condizionare mai la mia attività politica dalle vicende giudiziarie, sennò dovrei cambiare idea ogni quarto d'ora. La giustizia è uno dei grandi problemi del nostro paese. A me hanno chiesto se avessi preso soldi dalla Russia ma non ho mai visto un rublo o un dollaro. Setaccino pure: non troveranno nulla. Non so se Conte abbia fatto qualcosa di sbagliato ma, a giudicare dalle dichiarazioni degli ultimi giorni, lo hanno smentito tutti. Tira in ballo Mattarella e viene smentito da Mattarella; tira in ballo gli americani e viene smentito dagli americani; tira in ballo i servizi segreti e viene smentito dai servizi segreti; tira in ballo il Pd e viene attaccato dal Pd. Conte ha la coscienza sporca. O è abbastanza confuso o non ha la coscienza a posto”.
Lo scorso 15 agosto, cinque giorni prima che il premier Conte desse a lei il benservito con il discorso in Senato, il direttore del Dis Gennaro Vecchione, su richiesta del premier, ha incontrato il ministro della Giustizia americano William Barr. Il tweet d Donald Trump è del 27 agosto. Coincidenze? “La domanda che sorge spontanea è: in cambio di cosa? Trump che arriva a definire Conte un uomo di enorme talento… sì, va bene, ma in cambio di cosa? Lo scopriremo solo vivendo. Il Copasir adesso ha un presidente, il nostro Volpi, e svolgerà i dovuti approfondimenti. Mi sembra che in questo caso si parli di fatti concreti, non di fuffa come la storia dei rubli che io non ho mai visto”.
Lei forse no, ma c'è qualcuno che, usando il nome della Lega, negoziava affari al Metropol di Mosca. Matteo Renzi ha chiesto più volte perché lei, in qualità di segretario della Lega, non abbia querelato Gianluca Savoini per diffamazione. “A differenza sua, io non batto cassa con le querele, nella mia vita non mi ha mai mosso la sete di denaro. Non querelo quasi mai nessuno, neanche gli avversari e i giornalisti che ogni giorno me ne dicono di tutti i colori. Ho querelato Roberto Saviano, lui sì, perché ‘ministro della malavita' è troppo. Penso che se sporgessi ogni volta querela, avrei già comprato un castello ma io non sono fatto così. Al di là delle indiscrezioni giornalistiche, io non vedo reati in questa storia moscovita. Perché dovrei mettere alla gogna una persona per mezza intercettazione smozzicata? Non agisco in base agli audio rubati, non è il mio metodo, non è la mia forma mentis. Savoini non è un dirigente della Lega, lo conosco come una persona perbene. In generale, se qualcuno sbaglia paga, se è della Lega paga doppio, e se prende soldi viene cacciato, anzi lo prendo a calci nel sedere. C'è una procura che indaga da mesi, ripongo massima fiducia nel lavoro dei magistrati milanesi. Mi devono dimostrare che sono usciti i soldi. Sa qual è la mia previsione? Che questa storia finirà in una bolla di sapone”.
Tornando al Russiagate: lei ha capito perché Conte abbia tenuto per sé la delega ai servizi e abbia voluto a capo del Dis Vecchione? Voglio dire: persona rispettabilissima, un generale di divisione, ma inferiore in grado, per esempio, all'attuale numero uno dell'Aise, Luciano Carta, che è un generale di corpo d'armata. “Le rispondo così: questioni di famiglia. A parte tutto, quando al governo si è in due, ti assumi onori e oneri. Alcune nomine le abbiamo sbagliate, altre no. Così come i provvedimenti: tornando indietro non rifarei il reddito di cittadinanza, di certo non nel modo in cui è stato fatto. Purtroppo era una misura bandiera dei Cinque stelle: prendere o lasciare. Non c'è stato verso di farli ragionare, adesso vediamo che due volte su tre ci sono irregolarità, che magari lo pigliano gli ex terroristi e non chi ha davvero bisogno. Il reddito di cittadinanza non fa parte della mia mentalità, non è il core business della Lega. Secondo me questo paese ha necessità di un massiccio taglio delle tasse per chi fa impresa, non di redistribuire redditi prima che essi vengano creati.
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