“il mio, un partito di patrioti”

L'Ilva (“una questione europea”), il Fondo salva stati, l'essere madre in politica. Parla Giorgia Meloni

    Firenze. Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia, è apparsa in video alla festa del Foglio con un'intervista registrata. Questa la prima domanda: il governo gialloverde, quello con Matteo Salvini, era caratterizzato da continua incertezza e terremoti sull'euro. Assalti un po' includenti ma con il coltello tra i denti alla Francia e alla Germania. Ci si chiede cosa dovremmo aspettarci da un possibile governo Meloni-Salvini.

    “Mi par di capire che la domanda riguardi soprattutto l'Europa. Guardi, io immagino un'Italia consapevole del suo peso e capace di difendere l'interesse nazionale, come d'altra parte fanno già le altre nazioni europee. Obiettivamente Francia e Germania sono due nazioni che in questi anni, pur essendo state dipinte come europeiste, hanno molto difeso i loro singoli interessi. E' di queste ore il dibattito sui dazi che gli Stati Uniti potranno applicare all'Ue in ragione di un pronunciamento della World Trade Organization che dice che gli Stati Uniti si possono rivalere sull'Europa, e dunque anche sull'Italia, perché sono stati considerati illegittimi gli aiuti ad Airbus che è un consorzio in mano a francesi e tedeschi. Ecco. Noi ci troviamo in un'Europa nella quale l'Italia rischia di pagare miliardi di dazi per colpa di un aiuto illegittimo che l'Europa ha concesso per favorire gli interessi francesi e tedeschi. Io penso che problemi di questo tipo vadano evidenziati e portati sul tavolo dell'Unione europea. Perché se io devo pagare qualcosa che ha aiutato solo i francesi e i tedeschi, devo almeno chiedere a Francia e Germania di avere delle compensazioni. Altrimenti rischiamo una Unione europea che si dedica soprattutto agli interessi di qualcuno. E questo secondo me non è europeismo”.

    Questo riguarda anche il dibattito e i pasticci che forse si stanno facendo sul Fondo salva stati?

    “Questo riguarda ovviamente anche il dibattito sul Fondo salva stati. Perché il Fondo è un'enorme fregatura. Ce lo raccontano così, come ‘un fondo al quale tutti partecipano per aiutare le nazioni in particolare difficoltà'. Ma non è affatto così. Se vai a guardare scopri che l'Italia si è impegnata per oltre 15 miliardi in un fondo che ha parametri di accesso così rigidi da rendere per l'Italia stessa impossibile usufruirne. Cioè noi contribuiamo, ma ne potremmo usufruire soltanto facendoci di fatto commissariare, cioè accettando che il Fondo salva stati ci tolga ogni sovranità. A me non pare una cosa molto intelligente. A maggior ragione se Giuseppe Conte, come sembra, ha dato davvero il via libera”.

    Il governo dice di no.

    “Ma l'eurogruppo ha fatto un comunicato a giugno che parlava di ‘ampio accordo raggiunto'. E non c'è ampio accordo senza l'Italia. Comunque sia, non è una cosa intelligente né utile per noi. Sa a cosa serve il Fondo salva stati? Serve semplicemente a mettere in sicurezza gli investimenti tedeschi e francesi, all'interno dei paesi dell'Unione europea”.

    Quindi di Luigi Maio non ha sbagliato a non firmare. Lo vuole elogiare?

    “Eh, ma dov'è stato Di Maio in tutti questi mesi? Perché di Fondo salva stati se n'è parlato a giugno. Questo vuol dire che c'è stato un dibattito. E dunque che era coinvolto il governo, il governo Conte uno. Perché finora noi non abbiamo saputo niente? Perché questo argomento esce soltanto oggi? Immagino che se il governo, soprattutto un governo diciamo Cinque stelle-Lega, avesse effettivamente detto di no al Fondo salva stati, noi l'avremmo saputo. Probabilmente invece il governo gialloverde non aveva detto di no. Perciò adesso non vorrei che Di Maio stesse facendo finta, che stesse improvvisamente recitando il ruolo di quello che scopre gli interessi nazionali. Lui sta al governo da un anno e mezzo, eh”.

    Fratelli d'Italia al suo interno ha diverse componenti, c'è per esempio Guido Crosetto che è un liberale…

    “E che già nel 2011 si alzò in Parlamento a parlare contro il Fondo salva stati in dissenso dal suo gruppo di appartenenza”.

    … ma in Fratelli d'Italia c'è anche Raffaele Fitto, che è un democristiano. Insomma: cos'è FdI? Come definisce il suo partito? Centro-destra? Destra-centro? Destra-destra?

    “Lo definisco un partito di patrioti. Un partito di persone che hanno a cuore il destino di questa nazione: la sua identità, i suoi interessi, i suoi confini, i suoi prodotti, il suo marchio. Noi siamo quelli che vogliono soprattutto difendere l'Italia. Se io alla fine devo dire qual è il nostro motto, penso alle parole con le quali Nazario Sauro termina la lettera che ha scritto al figlio il giorno prima di essere giustiziato per aver disertato l'esercito austroungarico perché voleva combattere con gli italiani. ‘Su questa patria giura e farai giurare i tuoi figli quando avranno l'età per ben comprendere che sarete sempre e ovunque prima di tutto italiani'. Ecco, alla fine Fratelli d'Italia è soprattutto questo”.

    L'Italia è ancora malgrado tutto un paese industriale anche se nessuno sembra ricordarselo. In questo momento esplodono nel paese due casi giganteschi: Ilva e Alitalia, due storie che illuminano anche un altro problema, cioè quello degli investimenti stranieri. Cosa cambierebbe se voi andaste al governo? E che cosa avreste fatto voi con Ilva?

    “Tutto è collegato in questa domanda. In primo luogo gli investimenti stranieri si intercettano se tu hai uno stato credibile. E uno stato che invece cambia continuamente le regole del gioco, come si è fatto sullo scudo penale per Ilva, è uno stato destinato a non avere più investimenti. Guardi che da noi chi investe, che sia italiano o straniero, viene visto dallo stato come un nemico. Da noi chi produce ricchezza viene visto come un nemico. E addirittura un avversario dello stato. Da noi prima devi superare lo sbarramento dello stato italiano e poi forse potrai competere all'estero. Noi abbiamo una schizofrenia legislativa, una giustizia lentissima, una burocrazia incredibile… Tutto il tema per esempio dell'inversione dell'onere della prova in campo tributario è una follia. Perché abbiamo creato uno stato vessatore. La chiamano ‘lotta all'evasione fiscale' ma in realtà è caccia al gettito. Significa chiedere il pizzo, parliamoci chiaro”.

    E l'Ilva?

    “L'esempio più chiaro di una totale assenza di visione industriale. Perché la questione Ilva non è una questione che si può affrontare sul piano emergenziale. Come hanno fatto il governo e la politica italiana a non rendersi conto che c'era un problema se nel 2018 la Cina ha quadruplicato le esportazioni di acciaio a basso costo in Europa? Sa che vuol dire? Vuol dire che le condizioni di produzione dell'acciaio per Arcelor-Mittal e per chiunque altro a Taranto probabilmente sono cambiate. Vuol dire che Arcelor-Mittal potrebbe aver valutato nel frattempo che non era più conveniente produrre acciaio a Taranto. E quindi se tu gli metti l'alibi dello scudo penale, togliendolo, sei semplicemente un pazzo. Sa qual è la vera domanda a cui la politica italiana non ha risposto su Ilva in questi anni? La domanda è: qual è il futuro del siderurgico in Italia? Cioè noi possiamo competere sulla produzione dell'acciaio con la Cina o con l'India? Chissà. Io questo non lo so. Non sono un tecnico del siderurgico. Ma alcune domande me le pongo. E in primo luogo mi verrebbe da dire che l'Ilva non è soltanto una questione italiana, è europea. Se l'Ilva produce acciaio di qualità a un costo competitivo, allora noi oggi nella trattativa con Arcelor-Mittal dovremmo coinvolgere l'Unione europea. Qualcuno storcerà il naso dicendo: la Meloni che è sovranista chiede l'intervento dell'Unione europea! E certo, è qui che l'Ue deve dimostrare di essere utile anche all'Italia una volta tanto. E converrà poi capire se investire nel siderurgico conviene ancora. Io sono dell'idea astratta che per una nazione come l'Italia l'economia e la visione industriale dovrebbero progressivamente andare verso tutto quello che è marchio. Noi sul marchio non abbiamo concorrenti. Per cui, ci conviene produrre l'acciaio o ci conviene produrre automobili? A occhio ci conviene produrre automobili”.

    Un pronostico: questo governo grillo-democratico dura o no?

    “Beh non li vedo messi bene. Non li vedo in ottima salute. Ci sono troppi personalismi. Troppe paure, troppi interessi. Non c'è una visione strategica comune. Non c'è gioco di squadra. Le persone che stanno insieme non condividono quasi nulla”.

    Ma anche il governo precedente era così.

    “Sì, aveva caratteristiche simili però nasceva su un altro presupposto. E io – attenzione – non condividevo neanche quello che facevano i gialloverdi, quindi lo dico da osservatrice. Ma erano due forze politiche che avevano appena vinto le elezioni, c'era una compatibilità generazionale, si trattava di forze di rottura. Ovviamente sapevo benissimo che il rapporto tra Lega e M5s non avrebbe funzionato alla lunga, perché i grillini sono di sinistra. E lo dissi a Salvini. Infatti non entrammo in quel governo. Ma questo di adesso è un governo – e un'alleanza – che nasce su presupposti persino più fragili. E' un governo che nasce sulla paura di andare a casa”.

    Lei ha fatto un piccolo miracolo con Fratelli d'Italia. C'erano tutte le premesse per essere schiacciati dalla Lega. E invece oggi FdI sta intorno al 10 per cento. E lei, Meloni, è in testa alle classifiche di gradimento personale. Spesso infatti capita di pensare che Salvini la tema. Sarà per questo che a intervalli regolari lui la candida a sindaco di Roma?

    “Non sono una persona che si fa candidare da altri. Dove vado io lo decideranno gli italiani, il mio partito e io stessa. Ho già detto che non sono disponibile a ricandidarmi a sindaco di Roma. E non lo sono anche per un fatto di serietà. Mi sono già candidata sindaco una volta. E sono arrivata terza. Nella vita non ci si può ricandidare all'infinito, fin quando non si viene eletti a qualcosa. Oggi sono in altre faccende affaccendata. Certo ho Roma nel cuore. Finalmente il sindaco Raggi ha deciso di affrontare il tema dei poteri speciali per la capitale. Fui io a portare in Campidoglio la mozione sui poteri e le risorse di Roma. Una mozione approvata all'unanimità e poi invece bocciata in Parlamento dagli stessi che l'avevano votata in consiglio comunale”.

    Roma è un'emergenza nazionale?

    “E' un tema nazionale, sempre. Noi dobbiamo capire che il tema di come la capitale si presenta, di come la capitale viene gestita, di come viene governata, è centrale perché Roma è la foto sulla nostra carta d'identità. Roma è l'Italia. E certamente non la puoi governare con gli stessi poteri che ha il sindaco di un comune di mille abitanti. Se non si risolve questo problema, chiunque farà il sindaco di Roma lo farà con grande difficoltà. Certo è difficile fare peggio di Virginia Raggi, su questo siamo ormai tutti d'accordo”.

    Nel 1994 Indro Montanelli per fare un complimento a Irene Pivetti appena eletta presidente della Camera disse che tra tutti quegli uomini nuovi che si affacciavano in Parlamento, il più nuovo, il più uomo era lei. Giorgia Meloni oggi è l'unica leader donna in Italia. Per essere leader bisogna farsi uomini?

    “Questi sono i complimenti che ti fanno gli uomini perché ritengono che tu per essere all'altezza debba essere come loro. E' una semplificazione per dire che una donna è coraggiosa. In genere si tende immaginare che una donna debba stare mezzo passo in dietro. E che la sua caratteristica sia più la sensibilità e una minore disponibilità al conflitto. Io su questo non sono d'accordo. Trovo che le donne siano sempre più coraggiose degli uomini, non me ne vogliate. Intanto sono più avvezze al dolore, lo sono biologicamente. A me spesso dicono: sei l'unica donna che ha gli attributi. Non mi dà fastidio e non mi crea problemi. Ma guardi, in tutta franchezza: io non mi sono fatta uomo. Sono sicuramente una persona che ha dovuto dimostrare tanto, forse qualcosa di più di quanto avrei dovuto dimostrare se fossi stata un uomo, in particolare a destra. Ho dovuto dimostrare di essere molto determinata, molto preparata, molto capace… Però alla fine si fa. Non è impossibile… Studio sempre tanto, per non darla vinta a chi mi guarda come se dovessi dimostrare che sono una scema perché sono donna”.

    Perché ci sono così poche personalità femminili in politica?

    “Perché le donne non vengono messe nelle condizioni di competere ad armi pari. Perché non è facile fare la vita del politico se vuoi essere una madre. Quella del politico-madre è una vita impossibile… Io la sera devo tornare a casa da mia figlia: questo non me lo toglierà nessuno. Sarebbe anche ingiusto andare in giro per l'Italia a raccontare che mi occuperò delle famiglie degli altri quando non riesco occuparmi neanche di mia figlia”.

    Lo stato aiuta pochissimo le famiglie e chi vuole avere figli.

    “Zero. E invece è una cosa fondamentale. Non solo per rispetto nei confronti della figura di madre, ma perché senza figli noi siamo spacciati. Possiamo tagliare la spesa pubblica, possiamo fare tutte le riforme che vogliamo… ma se non affrontiamo la questione demografica, saremo un paese morto. Andiamo verso una società sempre più vecchia, con sempre più persone da mantenere e sempre meno persone giovani che lavorano per mantenerle. L'Italia è una nazione che così scomparirà da qui a duecento anni. E già fra trenta il sistema del welfare arriverà al collasso”.