Roma. L'America annuncia il ritiro delle forze dall'Iraq, circa cinquemila soldati impegnati in operazioni contro i resti dello Stato islamico. Assieme all'America andranno via anche i contingenti militari delle altre nazioni, che non possono restare da soli – inclusi gli italiani. Domenica un articolo di Reuters spiegava che a metà ottobre il generale Qassem Suleimani aveva tenuto un incontro a Baghdad con i comandanti delle sue milizie per accelerare la campagna contro le forze della Coalizione internazionale che si occupano della lotta allo Stato islamico in Iraq. Suleimani voleva creare una nuova milizia sconosciuta agli americani e annunciava l'arrivo di nuove armi dall'Iran, inclusi missili antiaerei per abbattere gli elicotteri americani – secondo due comandanti presenti all'incontro. In effetti negli ultimi due mesi dell'anno ci sono stati tredici attacchi contro le basi, quindi un'accelerazione. La morte di Suleimani non cambia il disegno generale dell'Iran in Iraq, le forze internazionali sono spinte via – perché non possono rimanere e fare da bersaglio agli attacchi con mortai e razzi.
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