A lla fine degli anni Venti e nel corso degli anni Trenta del Novecento si svolse, fra le due principali personalità del pensiero liberale italiano, Benedetto Croce e Luigi Einaudi, un confronto sul significato e l'essenza del liberalismo. Questo confronto ebbe una grande rilevanza non solo sul piano della storia delle idee, ma anche sul piano politico. Si era, infatti, in pieno fascismo, e sia Croce sia Einaudi erano antifascisti. Le loro concezioni (espresse da Croce sulla sua rivista “La critica”, e da Einaudi sulla sua rivista “La riforma sociale”, soppressa dal regime nel 1935) erano punti di riferimento preziosi di ristrette élite intellettuali, che non si erano arrese al fascismo trionfante, e che nelle opere di Croce e di Einaudi trovavano il loro nutrimento etico-politico.
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