M entre le polemiche, tutte politiche, sulla domenica a piedi ammorbano l'aria peggio del PM10, c'è chi lavora sodo per trovare le risposte migliori alla mobilità collettiva e alla sicurezza. Ad esempio Federico Cheli, docente di Meccanica al Politecnico di Milano, insieme a colleghi di altri dipartimenti coordina i progetti innovativi sulla mobilità autonoma (senza conducente), in particolare con Atm. Alle viste c'è la possibilità di trasformare la circolare 90/91 in una modernissima linea senza conducente, su percorso protetto. “Come università – spiega Francesco Braghin, che lavora con Cheli al dipartimento di Meccanica – stiamo lavorando anche a progetti diversi, grazie a un finanziamento come dipartimento di eccellenza del ministero della Ricerca. Abbiamo acquistato un pulmino Easy Mile (12 posti, sei in piedi e sei seduti), che può muoversi ovunque senza conducente con una velocità limitata ai 40 chilometri l'ora. Su questo pulmino a trazione elettrica stiamo sviluppando logiche di controllo autonomo, prendendo in considerazione qualsiasi scenario di viabilità. Stiamo cercando di affrontare tutti i problemi che questi mezzi pubblici possono incontrare durante l'esercizio. Ciò che fa la differenza su questi veicoli è la sensoristica. Su quello che stiamo sperimentando c'è un sensore particolare, una lama laser che va a leggere il “tempo di volo”, in pratica ricrea di fronte e attorno al veicolo una mappa tridimensionale, è come se ci fosse una telecamera con una immagine in profondità”, spiega Braghin. Dunque il Politecnico ha aperto una nuova frontiera alla mobilità senza conducente, che va oltre l'automobile e che si mette al servizio del trasporto pubblico, con tutti i problemi legati alla sicurezza che ci sono. Avviso ai misoneisti: “Automazione non vuol dire necessariamente cancellare posti di lavoro”, spiega Luca Stanzione, segretario regionale della Filt Cgil. “E' necessario lavorare ad un piano per la riqualificazione del personale, guardando ad un progetto più grande di riconversione della mobilità pubblica. Un settore che cresce e può utilizzare anche importanti risorse dell'Unione europea. Un treno da non perdere anche perché la domanda di trasporto pubblico è destinata a crescere”, conclude.
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