Altro che "My Way", Berlusconi dovrebbe riscrivere l'ars amandi
Silvio Berlusconi, giorno 29 settembre, compie ottant’anni. Ed è tutto da raccontare. I libri di storia, tra un secolo, parlando dell’Italia di oggi si spiegheranno per tramite della sua biografia.
Silvio Berlusconi, giorno 29 settembre, compie ottant’anni. Ed è tutto da raccontare. I libri di storia, tra un secolo, parlando dell’Italia di oggi si spiegheranno per tramite della sua biografia. Pur avendo fatto da modello per una réclame di gelati, in spiaggia, Berlusconi – era ancora un ragazzo, al tempo – non s’è mai tuffato in mare. Questa sua talassofobia – giusto lui che ebbe a presentarsi agli italiani sulla tolda del panfilo “Principessa vieni via” – è tutta da decifrare. Un po’ come l’aracnofobia, la paura dei ragni. Quel che però si merita il tema “Berlusconi” è il gioco di pura letteratura. “My Way”, per esempio, il libro assolutamente inutile di Alan Friedman – una sorta di berlusconeide – manca l’appuntamento con la personalità del personaggio. Berlusconi, invece, puro miele per l’immaginazione letteraria, non può essere raccontato che da ciò che è: non un personaggio in cerca d’autore, ma il contrario. Se Luigi Pirandello fosse vivo, oggi, uno come Berlusconi se lo porterebbe a casa. Lo tufferebbe nel mare aperto della sua stessa follia per cavarne l’aspetto irresistibile che l’ha reso protagonista nella scena italiana degli uni e degli altri – di chi l’ha seguito e di chi l’ha avversato – e cioè quello speciale carattere di Berlusconi, tutto donizettiano, individuato da Giuliano Ferrara nell’Elisir d’amore. E siccome nella nostra memoria culturale abbiamo l’Ars Amandi di Ovidio, senza allusioni personali o esche cronachistiche, solo questo – nella festa dei suoi ottant’anni – dovrebbe fare Berlusconi: riscrivere l’ars amandi. Un divertimento letterario e libertino che alla domanda di chi vuol capire cosa sia successo – tra chi l’ha assecondato e chi l’ha osteggiato – possa finalmente restituirci, con la risposta, al surrealismo di un ventennio: volevamo essere tutti lui, non potevamo essere come lui.
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