Cosa hanno insegnato i papà gappisti di Firenze ai propri figli
La bomba alla libreria Il Bargello e i libri di Gentile che si volevano distruggere
Giusto per tornare a bomba (è il caso di dirlo). “Si perde un occhio e una mano per un coglione al quale papà non ha insegnato che nulla è più fascista di mettere una bomba in una libreria”. Così in un post ha scritto Luca Bizzarri – splendido attore, beniamino del pubblico e amico de Il Foglio – commentando a caldo la notizia dell’ordigno collocato nella notte di Capodanno a Firenze alla Libreria Il Bargello. Un artificiere della Polizia di stato ha perso un occhio e ha avuto amputata la mano sinistra nel tentativo di disinnescare questo pacco regalo. E però Bizzarri nel solidarizzare con il poliziotto è inciampato nella botola del luogo comune giusto su quella città, Firenze, dov’è molto probabile che i papà gappisti abbiano insegnato ai figli un dogma certificato nientemeno che dai Padri della Patria Democratica, e cioè che non c’è nulla di più antifascista che scaricare una raffica di mitra direttamente sulla viva carne di un filosofo. Era il 31 dicembre, qualche giorno fa, ma la radice – e ce lo ricorda Iacopo Bellizzi di San Lorenzo, fiorentino, lettore de Il Foglio – è quella del 15 aprile 1944. E giustamente, al Bargello, c’erano tutti i libri di Giovanni Gentile da far saltare in aria.
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