Roma invasa dai feticci della solitudine
S’è formato come un oceano di cosi in tutta la città
Le solitudini – tutte le solitudini, ieri mattina – si sono sparpagliate per strada. Non però le anime dei solitari ma i supporti di tutte le solitudini, i totem e i feticci si portavano ovunque, cercando ciascuno un proprio angolo dove stare. E così i barattoli di Nutella, i telecomandi, le felpe, i plaid, i bicchieri panciuti, i decanter e i videogame: tutti a rumoreggiare come onde sopra altre onde se ne stavano a dilagare. S’è formato come un oceano di cosi in tutta Roma, e non si vedeva altro all’orizzonte che quel sciabordare d’infelicità innaturali dove a navigare – splendente ancorché solitaria, lungo il filo della lontananza – c’era una vela con a bordo nessuno in cerca di qualcuno. All’angolo di piazza Barberini, davanti al cinema, c’era Calipso. Salutava il sole (un altro, manco a dirlo, fin troppo solitario).
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