Aspettando zio Silvio
Invece che annoiarsi con la scissione del Pd, sarebbe stato bellissimo assistere a un congresso di Forza Italia derivato dal guizzo del Cavaliere
Il numero uno della cronaca politica è Giuseppe Alberto Falci. Attualmente su La Stampa dove cesella dei quadretti buoni per trattati di antropologia, sceneggiature e tante altre possibili voluttà variabili della narrazione, Falci ha scritto pezzi dalla grazia propria del romanzo: “Tutti bussano alla porta di Berlusconi”. Sarebbe stato magnifico, invece che annoiarsi con la scissione del Pd, assistere a un congresso di Forza Italia, del Pdl o di chissà quale altra sigla derivato dal guizzo del Cavaliere. Ne sarebbe venuto fuori un canovaccio degno di Carlo Goldoni, di Gioacchino Rossini e Leo Longanesi. Appunto, “la Cosa di Centro”, quella descritta da Falci dove vecchi e nuovi fusti del mare grande moderato, con signore dai tacchi altissimi, con uomini dalle panze avvolte da cravatte prese al chilo, stanno in trepidante attesa di zio Silvio: “Solo posti in piedi, qui, da noi”.
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