Il duello mai esplicitato tra Berlusconi e Occhetto
Il Cav. non s’è mai visto in competizione con l’ex segretario del Pci. Eppure tutto deriva da lì
Silvio Berlusconi non ha fatto un libro come “Pensieri di un ottuagenario”, quello che Achille Occhetto ha scritto per Sellerio. Sarebbe il degno coronamento di un duello mai esplicitato eppure vissuto tra due diversi modi di essere Italia. Berlusconi, a parte il marzo 1994, non s’è mai visto in competizione con l’ex segretario del Pci eppure tutto deriva da lì: la scena del bacio di Occhetto con la propria moglie, Aureliana Alberaci (uno splendido scatto di Elisabetta Catalano) e la fotografia di Berlusconi sul Barbarossa, il veliero di Cesare Previti, in un fermo-immagine sul mai più: Veronica Lario non è più la signora Berlusconi, lo stesso Previti forse è diventato un seguace di Angelino Alfano e perfino Vittorio Dotti e Stefania Ariosto sono il non più. Vestiti tutti uguali – maglietta a righe, rosso e nero – con due elementi dissonanti: i Ray-Ban di Cesarone e il sorriso smagliante di Silvio. Due distanze: la “gioiosa macchina da guerra” di Occhetto, e la “rivoluzione liberale” del Cav. E dunque lo Zombie coi baffi e il Caimano (un Caimano distratto, per dirla con Rino Gaetano, “imitava il gatto e faceva ba-bau”).
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