Cani e porci allo scontro di civiltà
Cosa pensano l'uno dell'altro i due ospiti nella sala colazioni di un albergo a Belluno
Scontri di civiltà. Ore 07.00. Due ospiti nella sala colazioni di un albergo a Belluno. Uno, europeo, spalma burro e marmellata e legge sull’iPad i giornali. L’altro, asiatico, inghiotte di buon gusto varie cosine e intanto compulsa lo smartphone. Qualcosa da lì, miagola. E lui sorride. Giusti rumori di una merenda mattutina per apparecchiare il buongiorno. Ore 07,06. Uno, l’europeo, chiede alla cameriera un caffè espresso, arriva la tazzina quando l’altro – l’asiatico – s’alza e va a riempirsi una tazza di tè. Uno torna all’iPad, l’altro allo smartphone quando l’europeo, immerso nello sfoglio del giornale, sente spezzare l’aria educata della sala da un forte rumore di risucchio. L’altro, l’asiatico, sta prendendo il suo tè. “Che porco”, pensa l’occidentale dell’orientale (guardandolo schifato). Sono le 07.16 quando uno posa la tazza sul piattino, sente il bisogno di soffiarsi il naso, se lo soffia e l’altro, l’asiatico, schifato dell’europeo (l’occhiata è inequivocabile), pensa: “Che cane”. Laddove si dimostra che in Occidente il porco è buono da mangiare mentre in estremo Oriente, al contrario, squisito assai è il cane.
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