Eraclito in metropolitana
C’era Eraclito, ieri, in metropolitana. Arrivava da Efeso. Si aggirava in lungo e in largo per tutte le fermate. Attraversava le linee – la A, la B e anche la C – percorreva le corse, saliva e scendeva per le scale mobili e così i corridoi fino a riprodurre la circolarità del tutto che torna proprio a Roma, in pieno Kali-Yuga. S’era dato – giusto lui, così oscuro – appuntamento con Francoise Hardy. Lei cantava per lui e lui la portava sottobraccio e si parlavano: “Un abisso ci guarda, guardiamolo”.
Il Foglio sportivo - in corpore sano