Maggio in metropolitana
I pensieri facevano tum tum come a voler prendersi delle libertà
C’erano tutti i dettagli, ieri, in metropolitana. Viaggiavano prendendo posto tra i sedili e facendosi largo tra i pendolari, svelando gli uni agli altri. Le donne chiamavano i loro uomini con il nome di altri – ed erano dettagli, lapsus rivelatori, chiarivano che fossero altri, gli altri – qualcuno indossava sciarpe fuori stagione, altri stavano seduti aggrappati alle sporte, alle borse, alle valigie, come per voler stringersi a qualcosa che fosse materia viva. E così i pensieri: invece di starsene al posto loro, materia tutta da rimuginare, i pensieri facevano tum tum come a voler prendersi delle libertà. C’era insomma Maggio, ieri, in giro. Prendeva la strada per la stazione e andarsene via: “Domani ne vado, certo, ma le rose me le chiudo nel quaderno”.
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