Il Lupo e Lilith
Non aveva che da baciarla per strapparle una qualunque possibilità di sopravvivere ma lei, lesta, peggio che tempesta, prese ogni cosa dalle sue tasche
Non aveva che da baciarla, il Lupo, per strapparle una qualunque possibilità di sopravvivere ma lei, Lilith – lesta, peggio che tempesta – prese ogni cosa dalle sue tasche. Cavò via dalla giacca di Cicalazadè un castello fortificato, dodici cicogne e trentadue tigri, quindi un mazzo di rose rosse dalla tasca destra e cinquecento spade, infine, più un orso che gioca a scacchi e altre ventidue bazzecole dalla tasca sinistra. Non aveva che morirne, il Lupo, privo di tutto eccetto il gelsomino con cui legò Luna così da portarla alle proprie fauci per farle dire, solennemente: Lilith è tua.
Il Foglio sportivo - in corpore sano