Ieri Cicalazadè non prendeva sonno
Fu così che mandò a chiamare il ministro addetto alle malinconie
Non prendeva sonno nel suo letto di chissà dove, Cicalazadè, ieri. E siccome ogni insonne va a rifarsi svegliando sempre un altro, fu che il Lupo – nel suo letto di chissà dove – mandava a chiamare il ministro addetto alle malinconie affinché dai suoi occhi tristi a mandorla, dai suoi baffi spioventi e dalle rughe tutte profonde facesse sgorgare una lieta allegria che accompagnasse, col sonno, un sogno. Tutto di Luna, manco a dirlo. Ma al suo letto di chissà dove, chiamata dal sussurro della malia, arrivò giusto lei – Lilith – che neppure prendeva sonno nella camera da letto della casa senza tetto (proprietà, è presto detto, del coniglio col berretto) e fu così che – lieta magia – senza sonno, arrivò il sogno. Di Lupo e Luna.
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