Origliando il silenzio dei pozzi
Nessuno potrà mai dire che Luna non ha Lupo
Al riparo della tua notte, o Luna – bisbigliava ieri Lupo – “porto l’accenno umido del mio sguardo.” E dalle mani di Lilith – dalle dita di lei, intrecciate come a farne una coppa – Cicalazadè origliava il silenzio dei pozzi con la neve intorno. Erano specchi dove Luna lasciava gocciare le sue perle – foglioline argentate, i riflessi – ed erano le cisterne dove Lupo sapeva di poter trovare la scienza difficile del loro stare insieme, e per sempre, strappando a secchiate parte di quel mare grande adunato in tutti i pozzi. Mare che da sempre da lei dipende per dare liquore al cosmo e linfa a ogni radice. Ma al riparo della tua caccia – rispondeva ieri Luna, accarezzando il suo riccioluto Lupo – “porto il piccolo sì e il grande no di ogni nostro giorno.” E fu così che bisbigliando lei, origliando lui, Lupo e Luna ebbero a baciarsi di baci. Chi dirà mai che Luna non ha Lupo?
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