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Bruno Vespa (foto LaPresse)
Bruno Vespa, artista
Il compenso del conduttore di Porta a Porta, rimbrottato in una lettera di “giornalisti” pubblicata dal Corriere della Sera. Tutti a dimostrare che l’approfondimento, in Rai, loro lo fanno senza “arte”
Bruno Vespa che rivendica la sua condizione di “artista” per meglio regolare – in coerenza col mercato – il suo compenso Rai è rimbrottato in una lettera di “giornalisti” pubblicata dal Corriere della Sera. Contestano a Vespa, insomma, una sua dichiarazione, e cioè che “da sempre i giornalisti che curano i programmi di approfondimento nelle reti televisive hanno un contratto di scrittura artistico/professionale”. Tutta un’infilata di nomi s’erge nel “non è vero”. E sono questo, quella, poi questa, quello e quell’altro ancora. Tutti a dimostrare che l’approfondimento, in Rai, loro lo fanno senza “arte”. E senza “parte”, vorremmo aggiungere. Una lettera pelosa, italiota e citrulla, in sostanza. Con certi nomi, poi… quando si sa che già Anja Pieroni, nei dorati anni 80 di GBR, li faceva gli approfondimenti. Deontologici e inoppugnabili. Con meno raccomandazioni e con più bravura di certi giornalisti.
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