L'Italia divisa tra Berlusconi e De Benedetti
Il nostro paese ha a disposizione due ricchi e potenti signori su cui dividersi politicamente e antropologicamente
Silvio Berlusconi – ospite di Non è l’Arena su la7 – si lascia catturare dalla sapiente malia nazionalpopolare di Massimo Giletti e, nel bel mezzo delle sue bolle blu, fa scivolare una nota intima. Sfodera il suo nuovo abbagliante sorriso, parla dei figli – “Ne ho cinque, uno più bravo dell’altro” – e poi concentra poi il suo più delicato pensiero su Marina, la primogenita, attuale presidente della Mondadori, diventata per lui una madre: “La chiamo ogni giorno, come facevo con mia mamma; è una persona specialissima a cui chiedo conforto e consiglio”. Una cosa si deve proprio dire: l’Italia ha a disposizione due ricchi e potenti signori su cui dividersi politicamente (e antropologicamente), uno è appunto Berlusconi, sangue di popolo, l’altro è Carlo De Benedetti, profumo d’élite. Entrambi hanno lasciato in eredità patrimonio e destino ma quando quest’ultimo, come nelle note vicende di Repubblica, se li mangia i figli, quell’altro, al contrario, inconsapevolmente o no, svela l’arcano dell’emblema elettorale: Berlusconi presidente, appunto. E una col titolo in uso già c’è.
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