E fu felicità, all'isola Tiberina
Cicalazadè trovando un legno da far navigare lungo il Tevere orchestrò per Luna i suoi bisbigli
Una zuppa di cielo, ieri, lumeggiava con Luna invisibile a tutti ma non a Lupo. Una vampa di baci, come di una brace inesplorata, regalava ai passanti, ai mezzi pubblici e pure ai cavalli della Forza Pubblica un istante di beato manicomio. Come se fosse primavera fu che si alzò il vento e ci fu ancora più luce e Cicalazadè – il Lupo – trovando un legno da far navigare lungo il Tevere, si portò verso le ondine della Tiberina e lì, portando cespi di ranuncoli, orchestrò per Luna i suoi bisbigli. Quelli che fanno dire ai giorni tristi – e ieri lo era – arriverà il momento lieto. E fu felicità. Lungimirante.
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