Il dettaglio che salta all'occhio
Rep. e la giusta, ma inconsapevole nemesi, tra birignao antifa e lamaismo tibetano
Quando si dice il dettaglio. “L’immortale desiderio di fascismo” titola Repubblica in prima pagina. E’ un pensoso articolo di Massimo Recalcati con tutto quel che consegue di specialistica o rava e fava che dir si voglia. E sempre sotto l’ombrello del birignao antifa. Ma è il dettaglio che salta all’occhio a svelare, più che un lapsus, la giusta nemesi. Senza neppure rendersene conto – pur con quel popò di antifascista del direttore in carica, ovvero Mario Calabresi – poco sotto il pezzo psicoanalitico, in prima pagina, squilla il nome di Giuseppe Tucci, il padre dell’orientalismo italiano, giustamente celebrato da Federico Rampini. Eccolo: “L’uomo che salvò la memoria del buddismo”. Quando si dice il dettaglio. E giusto d’immortali trattasi, radice qual fu Tucci di sapienze difficilmente potabili alle fonti del decoro democratico, fino ai bagliori di Ungern Khan, per arrivare a Pio Filippani Ronconi. E dunque, che dire? Per la Costituzione italiana non c’è scampo quando il lamaismo tibetano scende in campo.
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