Dove si baciano Ionio e Tirreno
Avviluppata del manto di costumatezza e segreto, Luna accoglieva a sé i venti per farne fragranza nell’attesa di Lupo
Luna, ieri, s’attardava nella sua passeggiata del tramonto lungo le coste dello Ionio. Ma nel momento esatto in cui andava a riposare il Sole, Luna – indossando il velo del venerdì – sentiva arrivare sui sandali l’onda irrequieta. Faceva capolino sui passi di Luna per poi andarsene a riposare sul verde prato del mare, l’onda, e da lì – proprio di fronte a Messina – scioglieva a se stessa i legami delle parole e della voce così da accendere il brillio di dodici cavallucci dalle squame rosse e blu, lanciati al trotto sul largo dorso dello Stretto. Luna faceva sosta al Pilone, dove si baciano Ionio e Tirreno, e avviluppata da capo a piedi del manto di costumatezza e segreto, accoglieva a sé i venti viventi e presenti giunti dai contrafforti dei Peloritani per farne fragranza di da spargere nell’attesa di Lupo giunto infine – con l’ardire degli ebbri – per cogliere il bacio. Innanzi al mare chiamato a testimonio. E così anche innanzi all’onda chiamata a testimoniare, e innanzi – infine – ai cavallucci dalle squame rosse e blu.
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