Di Maio torna da Mattarella
Uno che ha preso undici milioni di voti non può farsi dettare la lista della spesa da tutti i dante causa
Luigi Di Maio che torna da Sergio Mattarella non può dire “Maestà, vi porto l’Italia di Vittorio Veneto” e poi cominciare al meglio. Ma neppure uno che ha preso undici milioni di voti, nel segno del vaffa e con l’entusiasmo di tutti gli scappati di casa (scappati via da tutte le case) può farsi dettare la lista della spesa da tutti i dante causa, alleanze internazionali comprese. Altrimenti andrà a finire che dopo avere ritirato le battaglie contro l’euro, contro la Ue e contro la Nato, dovrà fare peggio quello che gli altri – quelli che ha sconfitto – sanno fare meglio: nulla cambiare (della beata cippa nello status quo).
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