Ecco come l'uomo s'accosta all'eterno
Così Averroè illustrava la sua idea del cielo del cielo
L’uom s’etterna in un solo modo. Così, ieri, Averroè, in una stazione di servizio presso Sicignano, se la ragionava coi peregrin d’amore in gita d’istruzione presso il medioevo. C’erano Boezio, Abelardo, Bernardo e dunque Dante che sempre pone mano a cielo e terra sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria. Averroè, fermo alla pompa di benzina, puliva il parabrezza e – a ogni passata di spugna – illustrava agli automobilisti la sua idea del cielo del cielo. “L’uom s’etterna in un solo modo”, ripeteva e, traslitterando dall’alfabeto cufico in greco, quindi in latino, della vocale “a” ne faceva un'alfa privativa per estrarre dalla radice amore, a-mors, ovvero senza morte. Ecco come l’uomo s’accosta all’eterno, come diventa uno nell’Uno, in esperienza viva. Dante intanto prendeva nota e trascriveva “Luce intellettual, piena d’amore” laddove si svelasse la Sapienza divina. “Donne ch’avete intelletto d’amore”, dunque. Apparve Luna – si fece intanto sera – e Lupo, accompagnando Guido de Giorgio, ebbe a condursi nei saturnia regna.
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