Le parole che sgorgano dal cuore diventano splendore e scottano le guance
Charlotte e Wolfgang sotto lo stipite della porta di Casa Melodia
Più che dalla memoria, quelle che sgorgano dal cuore – le parole – diventano splendore e scottano le guance, come quelle di Charlotte quando, parlando a Wolfgang sotto lo stipite della porta di Casa Melodia, ne strappava ogni cupezza senza mai lasciare freddare in lui l’ora del Maggio. Statuina di cera senza vita era arrivato, appunto, lui – senza più un’oncia di pazzia, muto e perso – quando finalmente sulla soglia, nel fragore di Tuberose e Andalusia di lei, riusciva a fare la squillante serenata nel mezzodì, come fosse l’Aria sopra la Follia di Spagna, per dire infine, a Charlotte: “Niente ti domando, ma solo vederti”. E ascoltare, rispondeva lei, perché da molto tempo, e non da molto – mio Wolfgang – conosco il valore di ogni attimo di vita.
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