La vela della felicità
Nel cortile di palazzo Firenze, a Roma, Wolfgang indugiava all’ombra della solitaria palma cercando l’esatta misura di sé
Un maggio tutto d’adagio. Senza eccessi di caldo. Perfino bagnato ma d’inevitabile luce. Così, ieri, nel cortile di palazzo Firenze, a Roma, Wolfgang indugiava all’ombra della solitaria palma cercando l’esatta misura di sé. Gironzolava un poco, non s’allontanava dal tronco, faceva giardino dentro lo stesso giardino per meditare e così fare cernita – tra le emozioni – di ogni urto di cuore nel segreto del proprio cuore. Raccoglieva il volto di Charlotte in una carezza e alzava, nel volo di un istante, la vela della felicità: “In un giardino la cui ampiezza è l’ampiezza del Cielo e della Terra”.
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