Il broncio di Morgana
La collera e le bizze dolenti di lei e la premura di Anacleto
Un broncio da maschiaccio, ieri, mostrava Morgana sbucata chissà come da una macchia di frangipani dai fiori bianchi, blu e striati di giallo. Terragna, tutta sporca, indurita dall’essere stata troppo a lungo dimenticata – soffocando i singhiozzi e le lacrime – a pugni stretti sibilava a tutti i suoi “lasciami stare!”. E così si rivolgeva ad Anacleto che proprio non la raccontava giusta con Morgana. La collera e le bizze dolenti di lei qualcosa volevano dire quando lui, premuroso, cercava di toglierle il terriccio dalla polo tutta strappata. E così anche da quel rotondo fondoschiena su cui lui aveva non poca familiarità e sentimentalismo e lei, per reazione, un acuto nervosismo. “Non è certo colpa mia” bofonchiava a mezza bocca Anacleto, come per giustificarsi agli occhi interroganti e increduli di Merlino. “E’ tutta colpa tua!” urlava finalmente Morgana e Anacleto, allora, come spada nella roccia, ebbe a tornare roccia, di nuovo roccia (bianca, blu e striata di giallo). Senza più parola.
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