Ricordare il Cav., dimenticare quegli 11 sedani
Ornella, era uno di quei giorni che ti prende la malinconia che fino a sera non ti lascia mai. Ma poi di notte è stato anche peggio, ti faresti di Prozac ma ti rigiri nel letto, rivedi le facce impaurite di undici sedani che sanno lottare alla pari solo per dieci minuti. Eccoli, hanno palla sulla tre quarti ma non sanno che farci, allora con tutto il tuo popolo e tutto il fiato urli no, indietro no e loro indietro la mandano, una, due, tre volte finché il portiere dai piedi d’argilla e la testa in affanno la passa al colored con palanche che spiedaccia, l’avversario intercetta, s’infila, allarga dall’altra parte e su quel bel prato sgombro veniamo goduriosamente penetrati. Dieci minuti ed è già finita, per un’ora vediamo solo variazioni di niente e quando entra colui che cercava gloria a Madrid sappiamo che è notte fonda. Ornella, tu sai che non c’è nulla di più triste in giornate come questa che ricordare la felicità, quando il Cav. non era circondato dalle quattro sciamannate che gli hanno tolto vitalità e tocco magico. Tu sai anche che in giornate come questa è inutile ripetere chissà domani è un altro giorno, si vedrà: con questi, a provare anche con dio, non si va da nessuna parte.
Il Foglio sportivo - in corpore sano