Berlusconi, Friedman e quelle gocce di Lsd
Non dico avvelenarli, signor presidente. Ma almeno un po’ di LSD glielo poteva mettere nel piatto, a quei due. La vita non è tutto sole e salute. Le allucinazioni a volte servono. Il serbo avrebbe capito l’inanità della missione affidatagli, il Milan padrone del campo e del “giuoco” è roba di trenta anni fa. E messo a fuoco l’attuale stato di confusione. Quanto al costuttore del vallo della rubrica, sotto acido avrebbe potuto rivisitare i suoi ultimi anni con la lucidità dell’altro da sé: e capito che il momento del buen ritiro arriva per tutti. Temo però, e il racconto della sua way ad Alain Friedman lo conferma, che dalle sue parti il tempo si sia fermato un po’ per tutti. Lei stesso dice che andrà via solo dopo aver vinto un’altra volta. Vincere? Ancora? Con Forza Italia? Con il Milan? Più facile la prima e ho detto tutto. Ai tempi non si sarebbe lasciato scappare Maurizio Sarri, che ha debuttato allo Stia e girato tutta la Toscana minore: avrebbe riconosciuto in lui un predestinato. Mentre ci faceva i bozzi, lei cenava con Salvini, compagno di fede e manifestamente porta sfiga. Il Cav. che conoscevamo gli avrebbe fatto mettere tre gocce di guttalax nella minestra.
Il Foglio sportivo - in corpore sano