La maledizione del Mapei Stadium e le gufate in tv
Un due tre Mapei: il Sassuolo è da tre anni in serie A e da tre anni in casa con noi ci gioca a palla. Un terribile 4 a 3 costò la panchina ad Allegri, poi fu un 3 a 2, ieri 2 a 0, tre incontri, nove gol subiti, zero punti. Umiliati. Il giocattolo che sembrava ben collaudato dopo il filottino messo a segno in due mesi un po’ si è dato da fare, per ventisette minuti ha battuto e ribattuto, dieci tiri in porta ho contato, forse sono stati di più, ma niente, nisba, zero. Più che le micce erano bagnate le mutande e le teste. Sono furente.
Dormita collettiva su calcio d’angolo e Joseph Alfred Duncan, nigger ventiduenne del Ghana, scaglia un fulmine all’incrocio dei pali. Sono le tre e mezzo del pomeriggio e scende il buio. Giocattolo a pezzi, giocatori utili spompati, quelli non spompati inutili. Persino quando siamo in superiorità numerica ci stracciano: sul finire, vedo uno dei nostri circondato da cinque dei loro, come dire da più di mezza squadra nero verde. Sono furente.
Solo il titolare del Vallo con quella faccia marmorea è riuscito a dire che nulla è perduto perché se vinciamo un paio di coppe del nonno, che so Coppa Italia e Supercoppa, avremo comunque vinto trenta trofei vinti nei trenta anni della proprietà berlusconiana, uno l’anno: e chi se ne frega, non siamo qui per fare cifra tonda. Sono sempre più furente.
L’amico Raffaele, milanista di lunghissimo corso, mi dice che ci si è messa anche la Rai a gufare inconsciamente, per la precisione Rai 2 e la trasmissione della domenica pomeriggio “Quelli che il calcio”. Ospite in studio Rosario Lo Bello, arbitro della fatal Verona 2, del 1990, il remake. Il padre Concetto Lo Bello fu quello della fatal Verona 1, del 1973, l’originale: come dire una ottima tradizione di famiglia. A Verona 2 Lo Bello figlio espulse Rijkard (disse per offese profferite in olandese, ma che cazzo poteva saperne di lingua fiamminga?) poi Van Basten per essersi tolta la maglia, poi Costacurta per aver detto che erano dei disonesti e Arrigo Sacchi ormai era fuori di testa: come nel 1973, anche quell’anno perdemmo lo scudetto all’ultima giornata. Domenica fra gli ospiti della trasmissione c’è anche però fratello Diego Abatantuono, che due gliene canta, ma che vieni qui a rompere i coglioni proprio oggi, non vedi che siamo sotto? Reggio Emilia ci è fatale come Verona. Ma almeno lì avevamo qualcosa da perdere.
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