Chi comanda nelle Filippine
Si vota il 10 maggio. Favorito per la corsa alla Presidenza, con sondaggi tra il 36 e il 42 per cento dei voti, è il senatore Benigno Simeon "Noynoy" Cojuangco Aquino III, figlio di Corazon Aquino
Sono 50 milioni gli elettori, che devono scegliere tra 85.000 candidati per le 17.000 cariche elettive in lizza.
Si rinnovano le amministrazioni locali, 80 governatori provinciali, 286 deputati, 12 dei 24 senatori, il Presidente della Repubblica e il suo Vice
Nove sono i candidati per la Presidenza. Ma solo tre hanno l’effettiva possibilità di farcela
Noynoy Aquino, candidato del Partito Liberale, è nato l’8 febbraio del 1960. Deputato dal 1998 e senatore dal 2007, laureato in economia, è appassionato di tiro, bilardo e musica
I critici sostengono che come deputato e senatore non ha particolarmente brillato per carisma, ma d’altra parte la sua è una famiglia che ha fatto la storia delle Filippine
Il suo bisnonno Servillano era stato generale della guerra d’indipendenza contro spagnoli e americani. Suo nonno Benigno Senior (primo a destra) vicepresidente nel governo collaborazionista con i giapponesi
Suo padre Benigno Junior “Ninoy” fu consigliere presidenziale, sindaco, vice-governatore, governatore, senatore, segretario del Partito Liberale e leader dell’opposizione al regime di Ferdinando Marcos
Arrestato nel 1972, fu condannato a morte nel 1977, ma nel 1980 gli fu permesso di andare negli Stati Uniti. Tornò il 21 agosto 1983, ma fu ucciso appena sceso dall’aereo nell’aereoporto che oggi ha il suo nome
La vedova Corazon prese allora il suo posto. Candidata alle presidenziali del 1986, rispose ai brogli del regime guidando la mobilitazione pacifica che costrinse Marcos a lasciare il potere
Presidentessa fino al 1992, Corazon scampò nel 1987 a un golpe in cui il figlio fu ferito da cinque pallottole. Molto attaccato alla madre, Noynoy ha vissuto con lei fino alla sua morte, lo scorso primo agosto
Il suo principale sfidante, con intenzioni di voto comprese tra il 20 e il 35 per cento, è il senatore Manuel "Manny" Bamba Villar, Jr., facoltoso uomo d’affari e ex-Presidente sia della Camera che del Senato
Classe 1949, Villar è presidente e rifondatore di quel Partito Nazionalista che dopo aver condotto le Filippione all’indipendenza si era spaccato tra Marcos e il Vice della Aquino Salvador Laurel
Terzo incomodo, con l’11-20 per cento delle intenzioni di voto, è il 73enneJoseph "Erap" Ejercito Estrada, del partito populista Pwersa ng Masang Pilipino: Forza delle Masse Filippine
Popolarissimo attore di oltre 100 film, poi sindaco, senatore e vicepresidente, Estrada era stato eletto già Presidente nel 1998, ma nel 2001 fu obbligato alle dimississioni da uno scandalo di corruzione
L’impeachment, in cui si distinse Villar, fu respinto di misura. Ma si scatenò una protesta popolare cui si unirono i militari, che insediarono al potere la Vicepresidente, mentre Estrada finiva all’ergastolo
Gloria Macapagal-Arroyo è ancora in carica, ma non può più ricandidarsi per aver raggiunto il cumulo costituzionale di mandati. Nel 2007 fu lei a concedere a Estrada la grazia che ora gli consente di ricandidarsi
Carisma da attore a parte, Estrada vanta nella sa campagna elettorale i buoni risultati economici della sua Amministrazione malgrado una congiuntura avversa e i successi contro la guerriglia islamica
Dopo i Nehru-Gandhi in India, i Bhutto in Pakistan, i Bandaranaike nello Sri Lanka, la “vedova” Khaleda Zia e l'”orfana” Sheikh Hasina Wazed nel Bangladesh, gli Aung San in Birmania, i Sukarno in Indonesia, gli Hatoyama e gli Aso-Yoshida-Okubo-Suzuki in Giappone, un'altra delle dinastie democratiche asiatiche si appresta a registrare una successione al trono. Gli Aquino delle Filippine.