La rivoluzione berbera contro Gheddafi
“Il Monte Occidentale”: uno stretto altopiano calcareo a altezze comprese tra i 460 e i 980 metri, che si allunga per 190 Km dal confine tunisino fino alla cittadina di Gharyan.
Nalut, città di 75.000 abitanti, si è ribellata a Gheddafi il 18 febbraio. Ora il regime ha offerto 205.000 dollari alle famiglie che accettano di arrendersi, ma l’offerta è stata rifiutata.
Così Nalut si trova sul percorso della controffensiva che i gheddafisti stanno tentando per riprendere i collegamenti con confine tunisino.
Nalut e il Geben Nafusa, sono terra di berberi: in arabo si dice “al-barbar”, dal greco “barbaroi” e dal latino “barbari”. Nelle loro lingue si autodefiniscono “imazighen”: “uomini liberi”.
Discendenti della popolazione pre-araba del Nord Africa, i berberi sono il popolo che ha dato all’umanità Sant’Agostino, Apuleio, Massinissa, Giugurta, Settimio Severo, Ibn Battuta e Zidane.
Sopravvissuti all’invasione araba in montagne e deserti, i berberi sono metà della popolazione marocchina, un quinto di quella algerina, l’1 per cento di quella tunisina e 6000 in Egitto.
Ci sono poi oltre 5 milioni di tuareg, berberi nomadi del deserto, tra Algeria, Libia, Niger, Mali e Burkina Faso.
In Libia i berberi sono il 5 per cento della popolazione della Libia: tuareg del deserto, cirenaici dell’oasi di Gialo e i 200.000 abitanti del Gebel Nefusa.
Sono per lo più contadini e pastori, e le loro abitazioni tradizionali sono villaggi e granai fortificati.
La loro denominazione, “ksar”, rimanda direttamente ai “castrum” romani (e da “al-ksar” viene d’altronde lo spagnolo “alcázar”).
L’Impero se ne dotò per contenere i barbari dopo Aureliano, e i discendenti dei cittadini dell’Impero in Nord Africa hanno continuato a costruirle per sopravvivere in una terra di scorrerie.
I berberi del Gebel Nafusa sono un’isola non solo linguistica, ma anche religiosa: aderiscono infatti a quella corrente kharigita che rappresenta il terzo ramo dell’Islam dopo sunnismo e sciismo
Oltre che nel Geben Nefusa il kharigismo è presente solo in Oman, a Zanzibar, a Gerba e tra i berberi algerini della regione di Mzab (nella foto, una moschea ibadita algerina).
In Marocco e Algeria l’agitazione berberista negli ultimi anni ha ottenuto alcuni importanti riconoscimenti di autonomia culturale.
Gheddafi ha sempre detto che “il problema berbero non è altro che un'invenzione artificiosa del colonialismo” e l’intero Gebel è stato all’avanguardia della Rivoluzione.
Ma adesso si trova anche in prima linea di fronte alla Controrivoluzione.
Mentre i tuareg libici si sono uniti a loro volta alla rivolta, Gheddafi avrebbe arruolato tra i tuareg del Mali 800 mercenari che potrebbero essere usati per l’attacco contro Nalut.
La stampa internazionale, durante la guerra in Libia, ha concentrato l'attenzione sugli attacchi dell'aviazione gheddafista contro Agedabia, Zauia, Misurata, Marsa El Brega: le città che si sono opposte al regime sulla costa. Ma un dramma più nascosto e più antico si svolge sul Gebel Nafusa. Ecco chi sono i berberi che si sono opposti al regime di Gheddafi.