Al Cairo, tra stragi e appelli alla rivolta

    Allo stallo politico nella scelta del premier del governo di transizione post-golpe si aggiunge un episodio che dimostra come la situazione in Egitto sia prossima al caos totale. I Fratelli Musulmani, il movimento religioso vicino a Mohamed Morsi, ha denunciato che l'esercito ha sparato sulla folla che partecipava ad un sit in di preghiera davanti alla sede della Guardia Repubblicana, dove si ritiene che sia detenuto il presidente destituito. Il bilancio è di 42 morti e circa 300 feriti. Quasi tutte persone colpite alla testa, probabilmente da cecchini, denunciano i Fratelli, dopo un lancio di lacrimogeni da parte della polizia. L'esercito ha negato tutto, anzi, attraverso la tv di Stato e una fonte anonima, ha fornito una versione completamente diversa: secondo i militari, un commando di terroristi ha sferrato un attacco alla caserma, e nello scontro che ne è nato con le forze di sicurezza, un poliziotto e' morto e altri 40 sono rimasti feriti. Il ministero della Salute pero' ha confermato le vittime. E i network televisivi hanno diffuso immagini di cadaveri allineati e colpiti alla testa. Non si tratta di prove schiaccianti, come del resto i bossoli di proiettili mostrati dai Fratelli Musulmani, ma l'abissale differenza tra le due versioni dimostra quanto sia caotica e pericolosa la situazione in questo momento nel Paese. Il nuovo presidente a interim Adli Mansour ha ordinato una inchiesta indipendente. Il leader liberale egiziano Mohamed ElBaradei ha condannato l'episodio. "La violenza - ha detto - genera violenza e dovrebbe essere condannata con forza. Serve un'inchiesta indipendente. La transizione pacifica è l'unica strada" da percorrere per uscire dalla crisi. L'Unione europea ha condannato "con forza" le violenze delle ultime ore, ma non pensa al momento di modificare la sua politica verso l'Egitto o di bloccare gli aiuti destinati verso il paese. Intanto un giudice ha ordinato la chiusura della sede centrale del Partito Libertà e Giustizia, braccio politico dei Fratelli Musulmani, dopo il ritrovamento di armi all'interno dei locali: liquido infiammabile, coltelli e armi" che sarebbero state utilizzate "contro i manifestanti scesi in piazza il 30 giugno" per una imponente manifestazione di protesta contro il presidente destituito Mohamed Morsi, ha spiegato una fonte della sicurezza. Un episodio che rischia di aggiungere altra carne a un fuoco molto vasto.