Addio a Mazowiecki, fu il primo a guidare la Polonia libera

    E' morto a Varsavia all'età di 86 anni Tadeusz Mazowiecki, uno dei fondatori di Solidarnosc e premier polacco nel primo governo post comunista del blocco sovietico, nel 1989, che aprì la strada al crollo del Muro di Berlino. Mazowiecki, la cui foto con il segno di vittoria divenne una delle immagini simbolo della fine della Guerra fredda, era stato l'architetto della "tavola rotonda" tra le autorità comuniste fedeli all'Urss e l'opposizione che portò alle prime elezioni parzialmente libere del blocco comunista, vinte da Solidarnosc.
    "E' stato il miglior premier che la Polonia abbia mai avuto", ha commentato Lech Walesa, il premio Nobel per la Pace 1983 che lo designo' alla guida del governo dopo averci fondato insieme il sindacato-partito nel 1980. Il ministro degli Esteri, Radoslaw Sikorski, lo ha ricordato come "uno dei padri della liberta' e dell'indipendenza in Polonia". Nei 15 mesi in cui fu primo ministro, Mazowiecki guidò il Paese nella transizione verso la democrazia e il mercato libero. Giornalista, filosofo e scrittore, Mazowiecki era nato nel 1927 a Plock, nella Polonia centrale, da una famiglia nobile. Negli anni '50 fu espulso dall'associazione cattolica Pax, controllata dai comunisti, per aver guidato un'opposizione interna al gruppo. Durante lo stalinismo in Polonia, fu accusato di essere un agente americano o una spia del Vaticano. Nel 1952 pubblicò il pamphlet 'I nemici rimangono gli stessi', su una presunta alleanza tra il movimento di resistenza anti comunista polacco e i criminali di guerra nazisti.  Nel 1992 era stato nominato inviato speciale dell'Onu nell'ex Jugoslavia, dove ha partecipato attivamente alla battaglia per i diritti umani prima di dimettersi nel 1995 lamentando la mancanza di un intervento internazionale contro le atrocità in Bosnia-Erzegovina. Nel 2005 aveva fondato il Partito democratico polacco e fino al 2010 era stato consigliere del presidente Bronislaw Komorowski.