Addio Vuja

    E' morto a 82 anni Vujadin Boskov, allenatore della Sampdoria dello scudetto. Nato a Begec nel 1932, giocò tra gli anni 50 e 60 come mediano prima nel Vojvodina e poi nella Sampdoria. Il trasferimento ai blucerchiati segnò un'epoca: sino al 1961 infatti la Federazione calcio jugoslava vietava ai giocatori tesserati di andare a giocare all'estero. Alla Samp giocò poco a causa di un serio infortunio che gli condizionò la carriera, terminata due anni e una manciata di partite dopo allo Young Boys in Svizzera, dove iniziò ad allenare. A Genova ritornò nel 1986, in panchina, dopo le esperienze come selezionatore della Jugoslavia, in Olanda (Ado den Haag, dove vinse una coppa nazionale, e Feyenoord), in Spagna (Real Saragozza, Real Madrid, dove vinse due coppe del Re e raggiunse la finale della Coppa dei Campioni, e Sporting Gijon) e in Italia all'Ascoli.

    Alla Samp creò una squadra a sua immagine e somiglianza, fatta di classe (Mancini e Vialli), muscoli (Vierchowood e Bonetti) e generosità (Cerezo e Dossena). Vinse due Coppe Italia, prima della cavalcata scudetto nella stagione 1990/1991. L'anno successivo raggiunge per la prima volta nella storia sampdoriana la finale della Coppa dei Campioni, perdendola.

    E' rimasto nella storia del calcio italiano per la sua schiettezza e i suoi modi di dire. "Rigore è quando arbitro fischia" è ancora oggi un'espressione ampiamente utilizzata nel gergo calcistico.

    Addio Vuja. Ci mancherai.

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