Papa Francesco in Terra Santa

    Dalla spianata delle Moschee, luogo simbolo della controversia israelo-palestinese, Papa Francesco ha lanciato oggi "un accorato appello a tutte le persone e le comunità che si riconoscono in Abramo: "Rispettiamoci ed amiamoci gli uni gli altri come fratelli e sorelle! Impariamo a comprendere il dolore dell'altro!", ha detto il pontefice. "Nessuno", ha ammonito con voce grave Bergoglio, "strumentalizzi per la violenza il nome di Dio!". "Lavoriamo insieme per la giustizia e per la pace!", ha invocato rivolgendosi alla comunità musulmana rappresentata dal Gran Mufti di Gerusalemme Mohammed Hussein e dal principe giordano Gazi. "Santità, la pace non potrà esservi finché rimane l'occupazione". Lo ha detto a Papa Francesco il Gran Mufti di Gerusalemme Mohammed Hussein che, dopo aver accolto il Pontefice al suo arrivo nella Spianata delle Moschee, ha descritto la situazione della sua comunità: "Da Gaza", ha detto, "non possono venire a pregare in questo che è il terzo luogo santo dell'Islam. Vi chiediamo di interessarvi per i più di 5 mila prigionieri nella carceri israeliane". "Noi", ha spiegato, "vogliamo la piena libertà e siamo fiduciosi del ruolo che potrà svolgere a favore del nostro popolo e i diritti umanitari e religiosi che sono stati sottoscritti dalla comunità internazionale".
    "Mai più" la Shoah, ha poi ammonito Papa Francesco, nel Memoriale Yad Vashem di Gerusalemme. ''Signore, ascolta la nostra preghiera, la nostra supplica: salvaci per la tua misericordia, salvaci da questa mostruosità, Signore onnipotente'', dice Francesco. ''Un'anima nell'angoscia grida verso di te: ascolta Signore, abbi pietà, abbiamo peccato contro di te. Dacci la grazia di vergognarci - aggiunge - di ciò che come uomini siamo stati capaci di fare''.