Le foto della guerra giusta in Iraq
Dopo il Califfo, a Mosul torna la vita, tra bambini in festa e poesie recitate in una tenda
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Bambine e bambini di Mosul raccolti nei 4 campi di sfollati di Hasan Sham, al limite del territorio del Governo Regionale Curdo. Le lezioni scolastiche si svolgono a turno, un giorno per le bambine e uno per i bambini. Gli ospiti arrivano e, quando è possibile, ripartono in tempi imprevedibili, e questo rende più difficile e creativo il compito di insegnanti e volontari
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“Ma la scuola qui – dice un’insegnante che è a sua volta sfollata con sua figlia – è migliore anche di quella che avevamo prima dell’orrore dell’Isis: è più libera, meno autoritaria, aperta alla conversazione.
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Il Kurdistan ha ospitato in tre anni 1 milione e 400 mila sfollati iracheni e 233 mila profughi siriani: solo una parte minore ha potuto rientrare nei propri luoghi. Gli sfollati di Mosul ovest sono invece concentrati nei campi iracheni attorno a Qayara, a sud di Mosul.
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La scuola riaperta nel quartiere di Qadisiya, a Mosul est. Ospita, divisi su due turni, 925 ragazze e 864 ragazzi.
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Le due alunne tredicenni, sorelle gemelle, che ci hanno accolto salutando compitamente in giapponese: l’hanno studiato nei tre anni di clausura domestica, guardando e riguardando dei cartoni animati, finché anche quello è diventato troppo pericoloso. Se queste ragazze di Mosul avessero avuto in casa dei corsi di lingue ne sarebbero venute fuori delle formidabili poliglotte.
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La scuola riaperta nel sobborgo di Samah a Mosul est, che ha 725 alunni maschi e 750 femmine. L’Unicef interviene, qui come nei campi, soprattutto nell’istruzione, nella salute e nell’assistenza psicologica, oltre che negli enormi problemi logistici, insieme a partner internazionali e locali. Ci sono più di tre milioni di minori in Iraq che non seguono un normale corso scolastico, e quasi un milione e mezzo completamente esclusi. Più di 5 milioni di minori hanno un bisogno urgente di “assistenza umanitaria”.
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Le mani sono alzate per rispondere alla domanda: “Se foste candidati al governo nelle prime elezioni, che programma presentereste per i bambini di Mosul?” I programmi vanno dalle cure per quelli che sono rimasti senza casa o senza famiglia alla fornitura dei videogiochi finalmente riabilitati.
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La piazza di Mosul, vicino alla distrutta tomba del profeta Giona, in cui una vastissima vasca di fontana fu riempita di petrolio e bruciata dai miliziani dell’Isis, perché il fumo nero ostacolasse le operazioni aeree della coalizione. L’odore è ancora lì.