Lettera d'amore a Benedetta Parodi
Gentile Benedetta Parodi,
devo dirle una cosa: sto impazzendo d’amore per lei. Sono un uomo di 65 anni, divorziato con una donna di 72 anni con la quale ho avuto cinque figli, tutti drogati. E questo nonostante frequentino scuole e compagnie diverse. Ho fatto domanda al Guinness world per essere citato per questo nel loro librone. Mi ha risposto gentilmente il responsabile per l’Europa. Ha detto: “Nello statuto del Guinness world non sono ammessi comportamenti antieducativi”.
Hanno ragione. Certo è che quando in qualche puntanta dello show dei record fanno vedere che la gente mangia gli scorpioni – 170 in un minuto è il record dei record mondiali – non so fino a che punto sia formativo per la gioventù che guarda la televisione. Ma tant’è.
Gentile Benedetta, la amo. Vediamoci oggi stesso al Parco Indro Montanelli di Milano. Avrò in mano un mazzo di fiori di campo appena colti dall’aiuola comunale in piazza fratelli Magellano, che comunque sono soldi anche miei avendo sempre pagato regolarmente le tasse. E’ per questo che li colgo. Lo faccio spesso. Mi piacciono i fiori.
Benedetta, amore. Ti mando un bacio.
Ah, dimenticavo di dirti che come lavoro sono il massaggiatore di Froome, il formidabile vincitore dell’ultimo Tour de France. La nostra è una squadra forte e quest’anno pensiamo infatti che Froome vincerà tutto, Vuelta e Mondiale. Ogni capitano di squadra di ciclismo ha un suo massaggiatore personale. Io lo faccio da tanti anni, anche se non mi sono mai diplomato. Ho imparato il mestiere da mio nonno che faceva il guaritore filippino nello sport. Che poi non era nemmeno filippino, però era bravo. A volte quando ho un dubbio chiedo a mio nonno. Lui mi risponde sempre così: “Stai tranquillo, intanto se massaggi o non massaggi è uguale. E’ la testa del corridore che si convince che se lo massaggi va più forte. Però stai zitto e non dirlo a nessuno che noi continuiamo così lo stesso: ormai è tardi per imparare un nuovo lavoro”.
Benedetta, amore, ora ti devo lasciare. Scusa ma devo mettere in bolla la bicicletta di Valverde. Sì amore faccio anche il cicloriparatore. Già che sono nell’ambiente faccio la parte pseudosanitaria che quella meccanica. Come vedi come uomo mi do da fare.
Tuo, Carlo
P.s. Mio cugino è autista del camion del Circo Togni dove c’è l’elefantessa Jenny di 11 anni. Se si ribalta è colpa sua.
Il Foglio sportivo - in corpore sano