Una poesia d'amore per Antonella Clerici

Maurizio Milani
Ieri ho letto una poesia d’amore. Al telefono. Antonella ha ascoltato. In silenzio. Solo alla fine fa: “Chi ha scritto questo componimento?”.

    Ieri ho letto una poesia d’amore ad Antonella Clerici. Al telefono. Antonella ha ascoltato. In silenzio. Solo alla fine fa: “Chi ha scritto questo componimento?”

     

    Io: “Non so! L’ho trovato su un Foglio per strada”.

     

    Lei: “Portalo subito in Comune”.

     

    La poesia riassumendo è questa (anzi è tutta):

     

    Antonella ti amo!,
    Anzi avrei voluto dirtelo già in discoteca nel 2005,
    eri presso una discoteca di Fano (AN), al mare.
    Come molte donne sei bella,
    il mio sogno è baciarti le mani, mentre con un treno raggiungiamo Pamplona (o altra località che vuoi tu, amore);
    spero accetti questa poesia e non sbatti giù il telefono intanto che lo dico.
    Scusa la bella pronuncia, ma la sto la sto leggendo anch’io per la prima volta.
    Amore, lo so che è tradizione leggere male le poesie d’amore, ma questa volta voglio dirla bene.
    Ho una sorella,
    contessa araba di trentuno anni,
    sarebbe contenta di vederci fidanzati,
    sarebbe contenta di vederci amanti.

     

    Qui finiva la poesia.

     

    Antonella, amore, domani ti scrivo perché al telefono non riesco a dirti tutto e non riesco soprattutto a fare il ragazzo onesto e sincero quale in realtà sono.

     

    Ciao, grazie

     

    Anzi ti scrivo subito.

     

    Ciao, grazie