Idee fisse per risollevare il pil
Ieri l’Unione europea ha concesso all’Italia una proroga sul rapporto deficit-pil. Possiamo fare un po’ di debito pubblico, basta che costruiamo dieci stadi nuovi (solo per il calcio). Gli impianti devono essere di 75.000 posti l’uno. Ecco le città:
Milano: n° 1 stadio intitolato a Helenio Herrera.
Roma: n° 1 stadio intitolato a Falcao.
Napoli: n° 1 stadio intitolato a Ciro Ferrara.
Firenze: n° 1 intitolato a Baggio.
Bologna: n° 1 stadio intitolato a Mattia Destro.
Caserta: n° 1 stadio a Buffon.
Lecce: n° 1 stadio intitolato a Buffon.
Venezia: n° 2 stadi intitolati uno a Pogba e l’altro da definire (penso a Cacciari o a Recoba).
Gli impianti avranno le tribune a ridosso del campo, saranno così belli che la gente di tutto il mondo non verrà in Italia per visitare Venezia, ma i suoi due magnifici stadi. E questo anche per gli altri. Al limite all’interno dello stadio si possono spostare i musei più importanti della città. Ad esempio gli Uffizi. Così i turisti che volevano andarci sono obbligati a vedere anche il nuovo stadio della Fiorentina e viceversa. La gestione sarà pubblica. Per ogni stadio dovranno essere assunti circa 1.000 dipendenti fissi (ristoranti, cinema, vendita gadget, conferenze sul clima, eccetera). L’Unione europea è d’accordo su tutto. Il pil con queste iniziative dovrebbe salire del 4 per cento. Gli stadi italiani usati attualmente e che hanno la pista d’atletica vanno per legge demoliti. Rimane solo l’Olimpico di Roma per il Golden Gala (se viene Bolt, se non va buttato giù anche lui).
* * *
Milano, ieri (anzi oggi) un uomo anziano alla finestra urla: “Cosa state facendo?”. Noi: “Stiamo pulendo i tombini dalle foglie”. Anziano: “Balle! Non è periodo”. “E allora?”. “Secondo me state scavando un tunnel per arrivare nei sotterranei della banca qui vicino”. “Se non chiama Telelombardia le diamo 5.000 euro”. “Accetto”. Invece ha telefonato a Telelombardia. In 5 minuti c’era il giornalista: “Cosa fate?”. Io: “L’orto biologico”. “Bravi, lo dice anche Vandana Shiva”. “Iniziamo adesso, è inutile che lei stia qui a vedere, quando è finito la chiamiamo noi”. Lui: “Bravi, e mi raccomando andate a votare al referendum”. Io: “Certo, anzi farò lo scrutatore”.
Il Foglio sportivo - in corpore sano