Cena a lume di toro
Gentile Fabiana Giacomotti, questa è la lettera d’amore più potente che ho scritto.
Lettera d’amore (completa) a Fabiana Giacomotti.
Gentila Fabiana,
questa è una lettera d’amore potentissima, la più potente che ho scritto (da sempre). Anche al Foglio, che sono abituati, si sono spaventati dalla potenza amorosa di questa lettera.
Fabiana, vorrei consegnartela a mano su un vassoio di peltro (appartenuto a Beatrice d’Este quando è stata chiesta in morosa da Luigi di Benevento). La tradizione vuole che il vassoio rimanga all’amata anche se rifiuta il corteggiamento. Tu dirai: “Dove l’hai preso tale storico vassoio?”. Ti rispondo volentieri: “A Telemarket, presso la sede di Roncadelle, Brescia”. In questi anni ho speso diverse centinaia di migliaia di euro a Telemarket, comprando di tutto, dagli orologi da taschino alle accumulazioni di Arman. Vorrei regalare tutta la mia sterminata collezione a te, amore.
Tanti miei amici al bar che leggono i tuoi bellissimi articoli sul Foglio dicono che sei anche una delle donne più belle del pianeta. E non devono certo convincermi. Dicono però che sei una donna molto sofisticata. Non lo dicono come difetto. Anzi, per noi maschi la donna più è sofisticata più ci fa innamorare.
Io mi chiamo Carlo, ho 52 anni, li compio oggi e vivo a Rieti. Però da domani vado ad abitare da un’altra parte. Come lavoro vado in giro a sgomberare cantine. Attualmente partecipo alle aste dei container abbandonati nei porti. Mi puoi vedere sul canale 512 del digitale terrestre nel programma analogo. Siamo in 10-15 persone che ci contendiamo tali container in base a delle deduzioni. Io uso degli algoritmi come quelli che curano le campagne elettorali dei candidati Usa (ma adesso anche qui). Recentemente infatti il sindaco di Lecco ha ingaggiato un guru per vincere alle prossime elezioni.
Comunque il commercio in genere, anzi il capitalismo, è strano. Tu pensa che un mio amico aveva un allevamento di tori. Rendeva pochissimo: la zootecnica italiana è veramente in crisi. Un giorno arriva una coppietta di morosi e gli fa: “Possiamo fare una cenetta a lume di toro?”. Lui è rimasto un po’ perplesso. Però essendo un uomo di mondo fa: “Ok, voglio 200 euro”. Loro: “Non c’è problema”. Da allora ha aperto un sito, decine di coppiette prenotano per fare la cenetta a lume di toro. Viene giù il catering e tutto. Che poi è una cosa banalissima: il mio amico mette un tavolino vicino al box del toro, i due innamorati pasteggiano a pernice e champagne e il toro è lì seduto che li guarda (ma nemmeno tanto… il toro si stufa subito dopo un po’). Si chiamano cenette a lume di toro perché c’è tutto buio e c’è solo una luce fioca data dagli occhi del toro che riflettono la poco la luce che c’è, tipo faretti da discoteca. Il mio amico per tale startup ha vinto un premio della Confcommercio. Pensa che fino a poco tempo fa voleva vendere i tori. Adesso ha quindici salette, tutte allestite per cene a lume di toro.
Niente, Fabiana, ti ho detto ciò come scusa per stare ancora un po’ con te. Altrimenti non avevo più argomenti.
Ti amo tanto e spero di vederti, anche domani verso le 14.30 se vuoi.
Un bacio grandissimo da un tuo spasimante che non si innamorerà mai più di nessun'altra… che tu decida per il sì o per il no.
Ciao grande amore mio
Maurizio
Il Foglio sportivo - in corpore sano