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Lettera d'amore a Brigitte Macron

Maurizio Milani

Sono un italiano emigrato in Usa nel 1960. Lavoro a Fort Knox, per una ditta in appalto della Federal Reserve. Siete bellissima

Gentile Brigitte Macron, sono un suo ammiratore, anzi penso di essere innamorato di voi. Sono un italiano emigrato in Usa nel 1960. Lavoro a Fort Knox, per una ditta in appalto della Federal Reserve. Siete bellissima. Come lavoro guido il muletto con su i bancali di lingotti d’oro (come si vede nei documentari di “Super Quark”). Come lavoro mi piace. Dobbiamo usare solo muletti diesel, infatti quelli elettrici (anche se più green) non hanno la potenza per sollevare un bancale di lingotti: ognuno pesa 25 kg, su un bancale ne metto 100. Andrebbero messi di meno, ma faccio così per finire prima il lavoro e andare a giocare a carte nello sgabuzzino di noi manovali. Brigitte, penso di amarvi.

   

Il primo giorno che ho lavorato mi hanno pesato (a sorpresa): ero 110 kg. All’entrata alla mattina, sempre a sorpresa, mi avevano pesato senza che me ne accorgessi: ero 85 kg. Per cui la guardia fa: “Amico tira fuori il lingotto”. Io: “Ok, adesso mi licenziate?”. Lui: “Non c’è problema, tutti il primo giorno cercano di portare via un lingotto”. Infatti amore è vero.

   

Ieri è venuta una scolaresca a vedere il deposito d’oro. Anche qui pesati all’entrata a loro insaputa: all’uscita diversi bambini pesavano chi 70 kg, chi un quintale… Tutti avevano ciulato uno o due lingotti. Lo hanno dato indietro dicendo: “Volevamo vedere se voi di Fort Knox siete svegli”. La maestra li ha sgridati. Per me sbaglia: un bambino non va mai sgridato anche se sbaglia. Brigitte, adesso ti devo salutare: ho un carico di diamanti da spedire a Valenza Po per gli orafi locali. Un saluto.

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