Gentile Anna Tatangelo, scusa ma ti amo
Non ti ho mai detto di mio zio, lavora al Cosmodromo in Russia. E’ un piacere vederlo quando prende gli astronauti che tornano dalla stazione orbitale
Gentile Anna Tatangelo, ti amo! Scusa se è qualche tempo che non ti scrivo una lettera d’amore ma ero sprovvisto di carta e inchiostro, che di solito mi dona il comune di Milano. Prima mi davano due risme di carta da 500 fogli, adesso me ne danno una. Uguale per i pennini e il resto. Le buste le compro io (anzi no amore, me le dona il comune di Varese). Non ti ho mai detto di mio zio, lavora al Cosmodromo in Russia. E’ un piacere vederlo quando prende gli astronauti che tornano dalla stazione orbitale. Tutte le televisioni del pianeta fanno vedere il recupero degli astronauti. Quegli uomini robusti che li prendono in braccio e li prelevano dalla capsula: uno è mio zio (quello più anziano). Lavorava come inserviente su un battello sul lago d’Aral. Quando il lago è stato giustamente (ma nemmeno tanto) prosciugato si sono ritrovati disoccupati in cinquemila. Tutti assunti alla Nasa russa. Come lavoro è bello e facile. Quando la capsula plana la si raggiunge e si prende come un bambinone di 150 chili l’astronauta, che essendo stato in orbita per tanto tempo è un po’ imbranato. Ma nemmeno. Ti amo, adesso vado a fare la spesa. Poi ti scrivo ancora. Voglio dirti tutto. Cosa ho comprato per spesa chi ho incontrato eccetera. Tutto amore voglio dirti tutto. Un bacio, tuo Maurizio.