Basta estrarre carote di ghiaccio ai Poli
I ricercatori non sanno più dove metterle
Tutte le 210 nazioni della terra, tranne il Burundi e il Gambia (le più virtuose a questo punto) hanno spedizioni scientifiche (si fa per dire) sia al Polo nord che al sud. È da circa trent’anni che estraggono carote di ghiaccio. Migliaia e migliaia. Tutte vengono mandate a Milano nel Hangar Bicocca a -30 gradi tutto l’anno. Non si capisce perché le mandano tutte qui. Vi lascio immaginare la bolletta elettrica per mantenere tale freddo. I ricercatori non sanno più dove metterle.
Ecco allora un appello. Basta estrarre carote di ghiaccio ai Poli. Ne abbiamo più che a sufficienza. Con queste sappiamo tutto del clima degli ultimi quattro miliardi di anni sul nostro pianeta. Il problema è: questi estrattori ci carote di ghiaccio… italiani, svedesi, giapponesi, francesi (vedi elenco sul Foglio) se non fanno questo lavoro cosa vanno a fare? Al McDonald’s non ci vanno! Piuttosto vanno a scavare sulle rive del fiume Niger per verificare se sotto c’è una base Ufo. Che si sa c’è. Per cui è inutile confermare.
A Milano si è scoperto poi che alcuni inservienti della Bicocca vendevano le carote di ghiaccio a galleristi d’arte comunisti. Questi le vendevano a loro volta alla loro clientela. No! Le carote di ghiaccio non sono arte. Questa deve essere alla portata di tutti. Ecco allora Telemarket che ha comprato tutto lo stock della Bicocca per 1 milione di euro.