Presidente fisso
Non ci eravamo ancora ripresi dallo choc delle Frecce tricolori, che Sergio Mattarella è venuto a Codogno. Cronaca di una giornata che sarà raccontata nelle scuole del 2160
L’annuncio della visita del presidente Mattarella a Codogno ci ha riempiti di gioia. L’attesa è stata per tutta la comunità paragonabile agli eventi cruciali di una vita (si intende quelle belle, di attese: un matrimonio, il conseguimento della laurea, il primo incontro con Elisabetta di Forlì, nel mio caso. Ma ognuno ha avuto la sua Elisabetta da Forlì…). Nei bar e nelle piazze è naturale si parlasse solo di questa visita imminente. Chi diceva che veniva in elicottero, chi sosteneva che non poteva essere a Codogno alle undici se doveva deporre una corona all’Altare della Patria alle 9.30. Alcuni baristi esclamavano: “Sì, può farcela! Lo portano in elicottero a Ciampino, da qui fa un volo di 500 chilometri fino all’aeroporto militare di San Damiano al colle, che era già sede dei tornado”. Altri dicevano che sarebbe arrivato con la motonave “Stradivari”, tramite il fiume Po. Altri che sarebbe arrivato in mongolfiera tricolore dopo essere arrivato a Malpensa. Altri: “No, io ho delle notizie certe. Atterrerà nel campo di calcio del Codogno, che solo per questo la Figc promuoverà il Codogno Calcio di due categorie, passando dall’eccellenza alla Lega Pro. E non è finita, avrà la garanzia di vittoria del campionato 20-21 e di arrivare in Serie B. E nel giro di un altro paio di anni in Serie A”.
Tanti si preoccupavano di dove sarebbe andato a pranzo.
“Andrà in prefettura”.
“No, va dal vescovo in diocesi a Lodi”.
“No, io ho saputo che va a mangiare con il presidente Fontana e gli preparano la büsèca, un piatto tipico povero lombardo”.
Sempre nei giorni precedenti, qualcuno nelle edicole (a Codogno ce ne sono 26) sostenevano che sarebbe arrivato accompagnato da 50 corazzieri, metà a cavallo. E che fosse già a Codogno ben nascosta la Lancia Flaminia scoperta che i presidenti della Repubblica usano nelle occasioni speciali. Un gommista di Codogno sosteneva di averle cambiato le gomme, da neve a quelle quattro stagioni. I servizi segreti gli avevano chiesto massima riservatezza. Ma il garzone, che aveva visto la Flaminia, è andato a dirlo a tutto il paese.
Comunque già dal 1° giugno decine e decine di troupe televisive erano a Codogno. Alcuni si sono felicemente fidanzati con le bariste di Codogno, notoriamente tra le più belle donne del nord Italia.
Finalmente il grande giorno è arrivato. Festa della Repubblica, più storica visita del nostro capo dello stato a Codogno. Da non credere. Non ci eravamo ancora ripresi dallo choc emotivo del passaggio delle frecce tricolori sulle nostre case, che subito un’altra emozione fortissima ci ha travolti, sempre bella. Pensa che a Codogno tanti bambini dopo il passaggio delle frecce tricolori si sono precipitati a iscriversi al liceo aeronautico, per poi tentare il concorso per entrare nella mitica Arma Azzura la cui accademia ha sede a Pozzuoli. Uno di questi bambini è mio nipote. Fino a ieri voleva fare il virologo. Da quando sono passate a Codogno le frecce ha deciso: “Farò parte della pattuglia acrobatica dell’Aeronautica, zio te lo posso garantire”, molto perentorio.
Io: “Paolo, tra qualche giorno viene il capo dello stato. Perché non entri nei corazzieri?”.
Lui: “Sì zio, voglio entrare nel nobile corpo dei corazzieri”.
Io: “Oppure, ci sarebbero anche i granatieri di Sardegna. Che ricevono i capi di stato quando vengono a Roma. Puoi scegliere liberamente tra questi corpi quirinalizi…”.
Nipote: “Vengono a Codogno anche loro?”.
Io: “Ma certo, saranno in città tutti i componenti delle Forze armate, compresi i palombari di stanza a La Spezia”.
Lui: “Sai che la mamma di un mio amico è la prima palombara donna italiana? Dici che Mattarella la premia?”.
Io: “Ma sei sicuro?”.
Lui: “Sì, l’ho letto sulla pagina Facebook del mio amico”.
È arrivato in macchina. Tutte le congetture dei codognesi sono state disattese (motonavi, motosiluranti, Amerigo Vespucci, mongolfiere)
Dopo grandissima attesa, puntuale il presidente è arrivato. Per la cronaca, in aereo a Linate e in auto a Codogno. Tutte le congetture dei codognesi sono state disattese (tra motonavi, motosiluranti, Amerigo Vespucci, mongolfiere). Nel nostro municipio ad attenderlo i sindaci dei dieci comuni della prima zona rossa che hanno subito medesima sorte (il presidente li ha citati tutti), nel cortile del municipio. Hanno parlato prima il nostro sindaco, che ha avuto parole istituzionali di grande riconoscenza, poi ha parlato il presidente della Lombardia. Commovente è stato l’inno nazionale cantato da una bravissima artista. E poi, veramente emozionata, ha preso la parola una sottotenente della Croce Rossa, che ha fatto un bellissimo discorso, forse il più toccante. E’ stata poi la volta del presidente Mattarella nel prendere la parola: ha elogiato sia i cittadini della zona rossa che gli operatori sanitari di tutta Italia. E ha annunciato di aver già preparato delle benemerenze che verranno conferite a medici, infermieri, farmacisti, commercianti e volontari. Ha anche rivolto alla cittadinanza una dichiarazione molto specifica, che è stata gradita: “So che voi siete molto legati a questo albero che c’è nel cortile del comune. E’ il melo cotogno, che è nel vostro stemma insieme alla lupa capitolina”.
A dirigere la cerimonia c’era una bellissima donna dello staff del Quirinale. Essendo Codogno una delle città più romantiche del mondo, è stato inevitabile che le venissero dedicate diverse lettere d’amore. Lei ha detto che saranno tra i ricordi più cari di questa breve ma intensa visita.
Codogno, città di 16 mila abitanti, mai dall’Unità d’Italia aveva avuto una visita così illustre. Per noi è stato come ricevere in visita il Papa, con rispetto verso Sua Santità. Il momento più toccante della cerimonia si è svolto quando il presidente è andato a rendere omaggio al nostro cimitero, deponendo una corona simbolica per tutte le vittime di coronavirus. Grande entusiasmo della cittadinanza al passaggio del presidente; che ha fatto uno strappo al protocollo, andando a salutare i miei concittadini (chiaramente solo sorrisi, cenni a distanza…). Questo gesto ci ha convinti a mettere in piedi un comitato, “Sergio Mattarella rieletto per il secondo mandato”, dal 2022 al 2029. Mario Draghi è giovane e può farlo dal 2029 al 2036. E chiaramente rieletto fino 2043. Possiamo desistere da questo nostro proposito solo se il presidente Mattarella viene nominato segretario generale dell’Onu, tanta è stata la gioia che ha portato alla mia Codogno in questo 2 giugno, mai più dimenticato.
Così come la mia insegnante elementare negli anni Sessanta ci ricordava la visita nella nostra città del ministro Giovanni Marcora, così le maestre di Codogno del 2160 ricorderanno ai piccoli lodigiani, muniti di antenne al posto delle orecchie, che però gliele puoi smontare perché alcuni genitori si sono lamentati, che il 2 giugno 2020 il capo dello stato in carica ha scelto una piccola cittadina per celebrare la Festa della Repubblica. I bambini interrogati su queste vicende (150 anni dopo il loro accadimento) se non preparati saranno indirizzati ai lavori manuali. Come fecero con me e il mio compagno di banco quando la maestra ci chiese: “Chi furono gli artefici dell’Unità d’Italia’”. E io: “Napoleone III”. La maestra si mise a piangere e ci fece accompagnare dal bidello al museo del Risorgimento a Milano.
La cerimonia l’ho seguita su RaiUno, con Marco Liorni (mio giornalista preferito), che già due ore prima si collegava da Codogno intervistando i miei concittadini, ed era strano per me vedere la piazza e la parrocchia in diretta televisiva. Ancora quasi non ci credo che il presidente sia venuto qui. Certo, sarebbe stato mille volte meglio se questa tragedia non ci fosse stata e di conseguenza il 2 giugno fosse stato festeggiato come sempre con la parata ai Fori imperiali. Meglio restare una città anonima che la pandemia.
Abbiamo deciso di mettere in piedi un comitato per la rielezione. Draghi è giovane, potrà fare il presidente dal 2029 in poi
In questi tre mesi di lockdown ci siamo votati al nostro patrono San Biagio e alla nostra patrona Santa Francesca Cabrini, che hanno interceduto per noi e ascoltato le nostre preghiere. Forse il peggio è passato. Codogno e tutto il territorio la ricorderà con l’affetto che si ha verso un papà.
Presidente mi permetta di uscire dall’alveo istituzionale dicendole che noi qui a Codogno siamo tutti tifosi dell’Inter. E’ l’unico comune italiano in cui tutti i suoi cittadini tengono a una sola squadra. P. s.: anche il mio amico cabarettista Gianni Fantoni di Ferrara sta mettendo in piedi un comitato per la sua rielezione. Lui è l’uomo più potente d’Italia sui social. Solo su Twitter è seguito da 21 milioni di persone, che fanno tutto quello che dice lui. Inizialmente aveva appoggiato l’elezione al Colle del suo concittadino Franceschini, ma oggi l’ho convinto a venirmi incontro. Tanto il ministro Franceschini è giovane e può aspettare. Io direi di fare lui dopo Draghi, dal 2046 al 2053. Ufficiale! Riepiloghiamo insieme. Presidenti fino a metà secolo: 9 anni ancora insieme a Mattarella, 14 Draghi, 14 Franceschini, fino al 2068. Poi dopo direi di fare Di Maio, che avrà una settantina d’anni. Un mandato solo, non di più.
Grazie ancora presidente, ci ha resi felici.