innamorato fisso
Dalla colonia estiva al centro di correzione minorile
I ricordi della turbolenta gioventù del nostro innamorato fisso, tra maestre cattive e strutture di detenzione, tatuaggi e sommosse delinquenziali
Dire a un bambino in colonia: “Ti mando alle differenziali” era un disonore, che ti portavi dietro per sempre. Le classi differenziali c’erano in tutte le scuole elementari d’Italia. Se la maestra, durante il soggiorno marino, scriveva: “Il bambino capisce poco. Anzi niente!”, finivi dritto alle differenziali di via Marco Polo a Milano. Inutile dire che questi bambini erano i più corteggiati dalle coetanee. Tanti però non erano scemi; erano svogliati. Per questo non capivano una mazza. Qualcuno arrivò a dire: “I bambini sono in queste condizioni perché mancano di rame e magnesio”. Un altro istitutore: “Allora portateli al sanatorio”. Allora c’era pieno di sanatori, di manicomi, di brefotrofi, di centri di correzione minorile. Se la tua famiglia non conosceva qualche dirigente comunista, finivi sicuro in una di queste strutture statali. Qui si leggeva “Lando” fisso, il famoso fumetto erotico. Ti tenevano fino al diploma di terza media, poi venivi spedito a fare l’agente di custodia nel carcere minorile: vigilavi sui coetanei delinquenti. Erano già tutti tatuati. Noi non avendo una personalità ben definita ci siamo fatti tatuare anche noi. Da loro. Non si sarebbe potuto, però…
C'erano diverse sommosse nei reparti di detenzione. Tutte domate con caschi, scudi, manganelli e idranti. Un giorno, durante l’alzabandiera, un detenuto ha fatto un rutto, sul suono della tromba. Subito ha chiarito il bel gesto: “Superiore! Non tollero il lattosio, dovete scusarmi, sono costernato per aver digerito durante la cerimonia più importante della giornata”. Il comandante delle guardie: “Ragazzo mio, ma non c’è problema, sei stato gentile a far sapere la situazione. Se non tolleri il lattosio ti diamo il latte di mandorle”. Per lui nessun richiamo disciplinare.