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La satira del foglio

Grazia e posti fissi. Nuovi dettagli su Berlusconi al Colle

Maurizio Milani

Dal nostro inviato nel futuro prossimo. Ecco le parole d’ordine della seconda giornata del Cav. al Quirinale, che non trascura la cultura e ospita “Linea verde” nei giardini del Palazzo. Sarà per Daniela Ferolla?

Siamo al secondo giorno di Silvio Berlusconi al Quirinale. La giornata precedente si era conclusa con la nomina dei senatori a vita: sorpresa mondiale, riceve tale onore il dott. Ugo Zampetti, attuale segretario generale del Quirinale, che diventando senatore a vita lascia l’incarico. Per assumere il più prestigioso che c’è in Parlamento. Berlusconi gentilmente nomina prima dello scoccare della mezzanotte una nuova segretaria generale: la dottoressa Maria Elena Boschi, che lusingata accetta. Chiaramente ruolo ricoperto ad interim in attesa del pubblico concorso per titoli (che comunque la Boschi può fare). L’ultimo senatore a vita nominato è Michele Emiliano. Il bravo governatore della Puglia ringrazia, ma rifiuta. Per legge il nominato (Emiliano) può scegliere lui chi mandare in Senato. Emiliano per galanteria cede la sua nomina a Enrico Mentana, che rifiuta garbatamente e non si avvale di scegliere un sostituto. Per cui viene estratto a sorte un nome nella notte (sempre al Quirinale). Esce Marco Travaglio. Vediamo se accetta. Ma non penso. E’ più comodo lì.

 
Sono le due di notte. Il presidente si è coricato giusto un’oretta. Come sappiamo, ha sempre dormito pochissimo, già ai tempi del liceo. Alcuni vicini di casa ricordano fosse un giovane estremamente educato e romantico. Non l’hanno mai visto in pigiama. 

 

Berlusconi inizia a lavorare, sulla sua scrivania ci sono 1.800 domande di grazia per detenuti. Fascicoli già vagliati dallo staff del Colle. Sentenze dubbie con motivazioni di condanna tipo questa: “Non siamo sicuri sia stato lui ad assaltare il treno postale Milano Rogoredo-Ankara, però nel dubbio lo condanniamo. Si consiglia ai legali di far domanda di grazia a sua eccellenza il presidente della Repubblica”. Firmato ufficio revisione processi (cortese attenzione gabinetto 1/B). Berlusconi firma la grazia a tutti. Quando alle 9:30 arriva, il dirigente preposto rimane stupito: “Presidente! Ha facoltà nel suo ancora lunghissimo mandato di concedere 35 grazie…”.
Berlusconi: “Bene, proceda comunque”.
Funzionario: “Ma presidente…”.
Berlusconi: “Non possiamo fare figli e figliastri”.

 
Prevedendo tale obiezione, il presidente Berlusconi alle 2:15 (di notte) aveva telefonato a tutti i membri del Consiglio di stato. Erano (giustamente) a letto. Tutti gli avevano risposto che la norma costituzionale delle prerogative del capo dello stato è “elastica”. Nella fattispecie, secondo gli illustri giuristi il presidente della Repubblica poteva concedere grazie all’infinito. Anche a tutta la popolazione carceraria. Il problema semmai diventava di natura sindacale: cosa facevano i 30.000 agenti della polizia penitenziaria? Berlusconi aveva risposto: “Vengono inglobati nella Benemerita. Uno dei miei obiettivi è far confluire tutte le varie polizie (provinciale, ecc.) nell’Arma dei carabinieri”.
Il Consiglio di stato aveva risposto: “Presidente! Per questo si rivolga all’Alta Corte”. 

 

Berlusconi alle 4 di mattina aveva telefonato a tutti i membri laici della Consulta: “Scusa l’ora. Come capo della Repubblica posso buttar giù un’ala del Quirinale e farci un bocciodromo?”.
Membro della Consulta: “Forse! Devo consultare le precedenti sentenze. Silvio, ti chiamo dopo”.
Berlusconi: “Ma no, scherzavo! Ti chiamavo per un parere: posso indire un Consiglio supremo di difesa entro adesso?”.
Membro della Consulta: “Certo! E’ tra le tue facoltà”.
Subito Berlusconi chiama chi per legge è titolato a sedere nel Consiglio supremo di difesa. Si presentano tutti al Quirinale alle 5:30 (alba). Berlusconi scioglie subito l’assemblea e congeda gli invitati: “Grazie, volevo conoscervi. Problemi particolari non ce ne sono, questo è il mio cellulare… Nel caso la Croazia dovesse invadere Muggia. Ma non è il caso di belligerare. Aspettiamo cosa fa la Slovenia, nel caso si prendano Trieste. Convochiamo l’ambasciatore per lamentarci, ma stiamo fermi. La storia insegna: se cominciamo con le piccole schermaglie alla frontiera… poi non si sa dove si finisce”.
Un ammiraglio: “Presidente! Ma quanto dobbiamo tollerare a est prima di difenderci?”.
Berlusconi: “Se invadono Vicenza, prima no”.
Un alto ufficiale: “Questo vuol dire che se Venezia e Pordenone cadono nelle mani nemiche noi stiamo a guardare”.
Berlusconi: “Sì! In pratica è così. Al limite per ritorsione si invade il nord Tirolo e ci spingiamo fino a Vienna. Saranno loro a chiedere una pace con ‘Chi ha avuto ha avuto… Chi ha dato ha dato… Scurdámmoce ‘o ppassato, simmo ‘e Napule paisá’. Definita una delle più belle canzoni melodiche italiane”.

 

Berlusconi a mezzogiorno gli salta in mente di convocare il Csm. A Palazzo dei Marescialli fa un discorso a braccio molto applaudito dalla componente di Magistratura democratica: “Amici togati! Vi comunico gentilmente che pur avendo facoltà di presiedere questo plenum, nel mio settennato non mi vedrete più. Ciò vuol dire che non parteciperò più a nessuna delle vostre assemblee. Buon lavoro, grazie mille e arrivederci. Mi raccomando per la nomina a procuratore capo di Milano, prima telefonate alla redazione dell’Huffington Post, io non voglio sapere niente. Per quanto riguarda le intercettazioni alle mie utenze telefoniche, vi ricordo che il 95 per cento dei colloqui erano in tono scherzoso e gioviale. Anche perché parliamoci chiaro, se non scherziamo un po’ al telefono, dove lo facciamo? Le gite in pullman tra amici non si usano più”.

  

Siamo al secondo giorno di presidenza Berlusconi e solo a metà giornata. Alle 13:30 Berlusconi riceve la troupe di “Linea verde” (Rai 1), devono registrare uno speciale sui giardini del Quirinale. Berlusconi vuole fare gli onori di casa: riceve personalmente Marcello Masi e Daniela Ferolla, i due conduttori. Li accompagna insieme al botanico del Colle nella magnifica serra. Un giardiniere nel vedere Daniela Ferolla ha un malore. Prima di cadere a terra privo di sensi fa in tempo a declamare: “Daniela, sei troppo bella”. Altri giardinieri saltano in terra sempre per lo stesso motivo. Lo stesso Berlusconi deve trattenersi a una balaustra quando Daniela gli fa una domanda. Un valletto poi dichiara: “Presidente, meno male che lei ha resistito a tanta bellezza, si immagina se cadeva anche lei ai suoi piedi?”.
Berlusconi: “Hai ragione amico mio, comunque nella mia vita ho visto tantissime belle donne, ma come la dottoressa Daniela Ferolla, bella così mai. Roba da impazzire e intestarle il Quirinale e tutte le tenute presidenziali”.
Valletto: “Sì! Una roba da matti, tanto è bella. Si dice che un industriale bresciano ha perso la testa per lei e come pegno d’amore le abbia intestato il casinò di Roseto degli Abruzzi”.
Berlusconi: “Però! Che gesto nobile! Non sapevo che a Roseto degli Abruzzi c’era un casinò”.
Valletto: “Sì! L’hanno aperto ieri”.
Berlusconi: “Andiamo adesso in visita ufficiale”.
Valletto: “Come vuole, eccellenza”.

  

Partenza con tutto lo staff presidenziale per Roseto degli Abruzzi. Come al solito: senza averlo deciso prima. Corteo di auto blu, tutte Volkswagen per rendere più evidente il rapporto privilegiato Roma-Berlino. Berlusconi all’altezza di Isernia decide di guidare lui. Entra e parcheggia davanti al municipio. Veloce saluto al sindaco e al Consiglio comunale e poi destinazione Roseto degli Abruzzi. Nella bellissima località turistica Berlusconi decide di fare il bagno. Per sicurezza lo seguono con moto d’acqua sia la guardia del presidente sia una motovedetta della capitaneria di porto. Nemmeno a farlo apposta, la motovedetta si rompe (cinghia del motore). Berlusconi sale a bordo e dichiara: “E’ saltata la cinghia! Capita. Non c’è problema, non roviniamo questa magnifica giornata per un così piccolo incidente”. Tutti applaudono, l’ottimismo del presidente ha contagiato tutti. Roseto degli Abruzzi ricorderà nel tempo queste ore con il presidente Berlusconi per le vie del paese a stringere mani, entrare nelle case invitato a bere una limonata, senza nessun risparmio di energie con parole e incoraggiamenti per tutti. Tanto da far dire a un addetto diplomatico dell’ex Impero ottomano in vacanza lì: “Non ho mai visto una persona con tanta vitalità, spero diventi il prossimo segretario generale delle Nazioni unite”.
Un barista: “Lo spero tanto anch’io, ma di solito dopo un europeo (quello attualmente in carica) fanno un asiatico”.

     

La carovana presidenziale torna a Roma, fuori dal Quirinale c’è Maurizio Landini con i facchini dell’ortomercato di Varese. Subito Berlusconi cancella gli impegni in agenda e li riceve nello studio ovale. Landini: “Presidente! Sono precari dal 1979, può far qualcosa lei?”.
Berlusconi: “Certo, anzi ti avrei chiamato io, Maurizio. Vediamo, ti sta bene se li faccio assumere fissi alla Magneti Marelli?”.
Landini: “Certo! Il lavoro è lavoro!”.
Berlusconi: “Ecco la lettera di presentazione! Iniziano domani, con il primo turno possono mettersi in malattia già giovedì, stiamo tranquilli che non avranno nessun controllo a casa. Nel caso il lavoro non sia gradito, è legittimo. Qui c’è il mio cellulare, mi chiamano quando vogliono e ne troviamo un altro. Anche guida alpina sull’Appennino a mettere i radiocollari agli orsi”.
Landini: “Sì, in effetti ci vuole qualcuno che cambi la pila al radiocollare”.
Berlusconi: “Certo! Anche per vedere dove va questo orso, non vorrei piombi in una scuola degli Abruzzi”.
Landini: “No, questo mai!”.
Berlusconi: “Eppure Maurizio, può succedere! Ti aspettavi che Sonny Colbrelli vinceva la Parigi-Roubaix?”.
Landini: “In effetti no!”.
Berlusconi: “Che finale al velodromo… Mai visto niente di simile. Telefoniamogli adesso!”.
Dalla batteria del Quirinale raggiungono l’asso delle due ruote: “Pronto Sonny! Come va? Sono il presidente Berlusconi”.
Colbrelli: “Presidente, che onore!”.
Berlusconi: “Onore mio! Sono qui con la Cgil di Landini, volevamo farti i complimenti per l’impresa. Ce la fai a venire adesso qui al Quirinale? Ti abbiamo preparato il collare di grande ufficiale della Repubblica italiana e territori di Gibuti e affini”.
Colbrelli: “Sì, arrivo!”.
Berlusconi: “Non disturbarti, veniamo noi, dove sei?”.
Colbrelli: “Sono a Riva del Garda”.
Berlusconi: “Che bello! Ho sempre desiderato visitarla e iscrivermi alla scuola di windsurf del posto. Partiamo adesso. Landini, tu vieni?”.
Landini: “No, presidente, devo andare a una vertenza di mungitori della Sardegna che giustamente si lamentavano del latte olandese”.
Berlusconi: “Sonny, Landini non può venire, deve andare nella provincia di Iglesias. Vuoi andare anche tu per solidarietà?”.
Sonny: “Non so, mi dica lei presidente”.
Berlusconi: “Ma sì, andiamo, vengo anch’io. Non ho mai visitato quella parte dell’isola, dicono sia bellissima”. Si sente Landini in sottofondo: “Sì, è bellissima”.
Berlusconi: “Telefono a Elisabetta Canalis se ci raggiunge”.
Landini: “Ma abita in California”.
Berlusconi: “E allora? Telefono al console italiano, proviamo, magari è a Düsseldorf per lavoro, ed è un attimo”.

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  • Maurizio Milani
  • Nato a Milano il 20 maggio 1961. Vero nome: Carlo Barcellesi. Diplomato terza media presso Camera del Lavoro di Milano nel 1985, corso serale a numero chiuso. Dopo il militare lavora come sguattero in un hotel. Nel 1987 arriva ultimo a “Riso in Italy”, concorso importante a Roma per giovani. Fa ricorso e vince. Ha uno sfratto ma non riconosce la sentenza. Collabora con il Foglio dal 1986 grazie al direttore Giuliano Ferrara. E' fidanzato con Monica.