la satira del foglio
Svelato (più o meno) il retroscena del viaggio a Mosca di Salvini
I pazzi scoop di Maurizio Milani: dietro le mosse del leader della Lega c'è un cablogramma di Lavrov sugli "amici che si vedono nei momenti difficili". Tutte le tribolazioni della cupola del Carroccio (nessun ministro è stato maltrattato nel corso dell'intercettazione)
Dispiace pubblicare atti e conversazioni riservate, ma se non lo facciamo noi lo fanno gli altri. In via Bellerio (MI) ieri arriva un fax molto bello e completo. E' per il segretario Matteo Salvini, scritto a biro da Sergei Viktorovich Lavrov: “Ciao Matteo, è nei momenti come questo che si vedono i veri amici. Ciao, grazie!” (vedi fotocopia sul sito del Foglio).
Salvini riunisce d'urgenza ministri e sottosegretari in quota Carroccio. Siamo in grado di riportare quello che si sono gentilmente detti in una stanzetta riservata del bar Magenta a Milano. Sono presenti: Nicola Molteni (viceministro), Stefania Pucciarelli (viceministra), Massimo Garavaglia (ministro), Giancarlo Giorgetti (ministro), Claudio Durigon e Gian Marco Centinaio, più il segretario della Lega Nord di Arese.
Salvini inizia subito: “Ho ricevuto un cablogramma da Sergei…” (fa vedere l'incartamento). Durigon: “Ha ragione! Facciamo saltar giù il governo!”. Giorgetti: “Calma, calma! Non prendiamo iniziative d'impulso”. Garavaglia: “Votiamo segretamente tra noi, qui adesso”. Salvini: “Bene! Preparo le schede con il quesito. Mi scuserete se uso i tovaglioli del bar…”. Molteni: “Ma figurati, non ci formalizziamo”. Salvini: “Ecco il quesito: siamo con la Federazione russa o con la Nato? Scrivete sulla scheda: Sì alla Russia oppure Sì alla Nato. Oppure scheda bianca”.
Fatta la cosa, Salvini procede allo spoglio: sette voti Sì alla Russia, un voto bianco. Salvini: “Giancarlo, dispiace dirlo ma devo espellerti dalla Lega”. Giorgetti: “Ma scusa, come fai a sapere che sono stato io a votare bianco?”. Durigon: “Non scherziamo, sei stato tu!”. Giorgetti viene accompagnato fuori dal bar da Michele Santoro che si è aggiunto al gruppo senza aver diritto di voto.
Salvini: “Allora è deciso! Parto adesso per San Pietroburgo per comunicare a Medvedev che l'Italia non ha più un governo”. Applauso anche dei baristi nell'altra sala, si sentono tappi di spumante saltare. Centinaio: “Calma, calma! Non siamo in gita. Matteo, c'è un problema”. Salvini: “Non ne vedo! Si scioglie il Parlamento e si va a votare già il 12 giugno, è prevista una procedura d'urgenza prefettizia in caso di conflitto bellico imminente”. Centinaio: “Mi ha chiamato adesso il mio amico Fabio Rampelli (FdI), sono pronti a un Draghi bis governando insieme Meloni e Letta in nome dell'atlantismo”.
Salvini: “Hai fatto bene ad avvertirmi, telefono subito al console russo di Livorno. Pronto? Sono Salvini, mi passa il console?”. Console: “Ciao Matteo, parla senza problemi, è una linea protetta”. Salvini: “Igor, scusa il disturbo ma c'è il rischio che l'uscita nostra dal governo non sia sufficiente”. Console: “So già tutto! State al governo e ci riferite tutte le mosse di Draghi…”. Salvini: “Ma non è alto tradimento?”. Console: “Ma non esagerare! Non è mai stato imputato nessun ministro nella storia per alto tradimento. Certo c'è nel codice, ma non si usa…”. Salvini: “Vorrei essere più chiaro verso gli elettori e uscire dal governo”. Console: “Allora ritira la delegazione e convinci più parlamentari che puoi di Fratelli d'Italia a non votare la fiducia a un governo insieme a Enrico Letta”. Salvini: “Sì, farò così, ciao!”.
Gli altri colleghi al bar Magenta hanno sentito la telefonata. Durigon fa: “Perché non facciamo il colpo di stato con quelli di Fratelli d'Italia?”. Salvini: “Perché Berlusconi non vuole!”. Durigon: “Ha ragione! Stiamo con Putin, ma senza dirlo”.