Innamorato fisso
(Dis)avventure da giornalista
Non appena ho ottenuto il sudatissimo e preziosissimo tesserino, l'ho perso. E avrei vinto una competizione internazionale se non avessi peccato di lentezza.
Al nono tentativo ho superato l’esame da giornalista professionista – sospetto abbiano avuto pietà di me. Le altre volte ero stato giustamente bocciato. Al quinto tentativo mi hanno chiesto un commento a piacere sull’economia italiana. La mia risposta: “Come economia nazionale direi: basiamo tutto sulla siderurgia, ormai sul turismo puntano tutti. Troppa concorrenza, sono finiti gli anni ‘60 quando l’Italia era in vetta per il turismo. Dispiace dirlo, ma quale nazione oggi non punta sul turismo?”. Respinto. Alla volta buona la domanda che mi hanno sottoposto era: “Nella puntata del tenente Colombo ambientata in Messico, Peter Falk si imbatte in un caso dove il protagonista è un toro. Sa gentilmente dirci il nome?”. Io: “Il nome del toro? Era Marinero”. Non ho fatto in tempo a finire la risposta che è scattato l’applauso di tutti i presenti – l’esame più veloce della mia vita – e mi è stato consegnato il tesserino da giornalista… che subito ho smarrito in metropolitana. E’ facile che qualcuno lo usi al mio posto. Essendo un documento andrebbe denunciato, ma preferisco di no. Non vorrei essere radiato dall’albo con disonore. Ieri telefonata da un amico: “Hai partecipato alla gara di giornalismo internazionale in Svizzera?”. Tale competizione è la Basilea Cup, il trofeo più importante per giornalisti iscritti all’albo. Ho superato il primo turno. Ho battuto una collega dell’Amsterdam Chronicle, poi ho perso in semifinale con uno dell’Amburgo Post. Dovevamo rispondere alla domanda: “Quali sono stati gli ultimi 25 papi?”. E lui è stato più veloce di me. In finale ha perso con un collega del Lisbona Herald. La domanda era: “Gli ultimi 10 direttori del Corriere della Sera”.