innamorato fisso
Il custode di obitorio che faceva esplodere le salme
Una donna anziana all'obitorio mi fa: “Sono molto delusa, ero venuta qui nel 1948 quando era annegato nel Lambro un mio collega. Dopo più di settant’anni ci sono tornata oggi. Vergogna! E’ rimasto uguale al ’48"
Nella mia esperienza di custode di obitorio, sono rimasto deluso una sola volta: una donna anziana fa visita al feretro (molto bello) di un’amica. Mi chiede: “Lei è il custode?”. Io: “Per servirla!”. Lei: “Sono molto delusa, ero venuta qui nel 1948 quando era annegato nel Lambro un mio collega. Dopo più di settant’anni ci sono tornata oggi”. Io: “Le piace come luogo di decoro?”. Lei: “Ma quale decoro, è una vergogna! E’ rimasto uguale al ’48. Nessun miglioramento, muri scrostati, pavimento consumato. Basta, non vado più a votare”. Io: “Le porgo le mie più sentite scuse miste alle condoglianze da parte dell’amministrazione comunale”. Lei: “Accetto volentieri, ringrazi il sindaco e la giunta”. Io: “Se non infrango la privacy, di cosa è defunta la sua amica?”. “Lei: “Mal di padiglione auricolare”. Io: “Speriamo non esploda”. Lei: “Cosa intende dire?”. Io: “E’ raro, ma alcune salme per motivi ancora da indagare esplodono”. Lei: “Saranno i gas che si accumulano nel cadaverone”. Io: “Eppure noi la prima cosa che facciamo quando arriva uno che ha tirato le cuoia gli mettiamo nella bara delle valvole per sfiatare”. Lei: “Va bene, se esplodesse la mia amica mi chiami, questo è il mio cellulare”. Io: “Sarà mio dovere”.
Mentre spiegavo a una donna anziana in obitorio la possibilità che le salme esplodessero, si sente un terribile botto. La donna anziana salta per terra. Era esplosa una salma. Non era la sua amica, quella che era venuta a vedere. Era di un individuo vagabondo senza nome trovato feretro nel parco. Nessuno ha reclamato la salma, per cui a chi comunichiamo la sua esplosione? Detta: rutto cadaverico post vestizione. Ripeto: evento rarissimo. Un collega pederasta mi diceva che il caso più famoso fu l'esplosione della bara (già zincata) e con coperchio avvitato. E' successo a Melzo (MI). In piena notte, durante il veglione funebre esplose la cassa con dentro il morto. Dovettero sgomberare lo stabile. Il botto fu sentito fino a via Mecenate a Milano (25 km). Qualcuno dice: si sono rotti i vetri. Non esageriamo. Il funerale venne effettuato regolarmente. Fu incaricata un'altra agenzia di pompe e quella responsabile dello scoppio gli fu tolta la convenzione del comune. Gli hanno ridato il permesso ieri. Nel frattempo è fallita, ha cambiato nome, il padrone è sempre quello. Una volta l'ho visto fermo all’Autogrill a fare il pieno con carro funebre e salme al seguito: “Ciao Luca”. “Ciao! Sto facendo un trasporto fuori comune”. “Dove porti di bello la salma?”. “Ad Afragola”. “Un bel viaggio”. “Sì, sto in ballo due giorni. Speriamo non esploda”. “Non penso, al limite se esplode salta tutto l’Autogrill”. “Ma non è mai successo, e poi benzina la devo fare”. “Sì ma meglio fare il pieno a carro vuoto e poi tornare a caricare ‘il merlo’”. “Sì lo so ma per ottimizzare i tempi e i costi…”. “Buon viaggio!”. Lui: “Buona partita Inter-Celtic” (da qui risalite all’anno dei fatti).
P.S. Tornando alle condizioni dell’obitorio, la signora che se ne era lamentata non sa che è molto peggio. Costruito da Cesare Lombroso nel 1902, non è stato più ristrutturato. Le decine di sindaci che Milano ha avuto non ritenevano glamour o trendy metterci mano.